Il commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio, Cesare Prandelli, ha diramato le convocazioni per la doppia sfida che impegnerà gli azzurri in questa settimana prima in un amichevole di lusso a Ginevra contro il Brasile, poi la trasferta contro Malta per la qualificazione ai Mondiali di Brasile 2014. Scorrono molti nomi illustri di senatori che hanno caratterizzato l’ultimo decennio di storia degli azzurri come Gianluigi Buffon, Chiellini, Pirlo, Montolivo e Balotelli ma anche giovani promesse come Antonelli e il giovane rossonero De Sciglio. Convocazioni che formano davvero un elitè nazionale ma che fanno rimpiangere per certi versi l’esclusione del rossazzurro Francesco Lodi visto peraltro l’infortunio di Verratti. Lodi, lo ricordiamo, vanta nell’attuale stagione uno score di ben otto reti (2 in Coppa Italia e 6 in campionato); non solo, ma sui calci piazzati continua a seminare terrore fra gli avversari e continua a far sognare gli etnei e i suoi tifosi in ottica europea. Inoltre, molti club prestigiosi (non ultimi Milan e Inter) hanno già sondato il terreno per accaparrarsi le prestazioni del centrocampista napoletano, ma quest’ultimo ha dichiarato fedeltà ai colori rossazzurri e alla città etnea che continua ad elogiarlo come un eroe. Probabilmente dunque, quella di vestire la maglia rossazzurra è la causa dell’esclusione dalle convocazioni per Lodi, a cui ingiustamente viene preferito il doriano Poli che, statistiche alla mano, non eguaglia assolutamente le prestazioni del napoletano. Molti osservatori e diversi giornalisti sportivi continuano a ritenere che l’unico calciatore italiano al momento, in grado di sostituire una grande bandiera e un grande campione pluripremiato come Andrea Pirlo, sia proprio Francesco Lodi, ma allora perché continuare a convocare giocatori che appartengono a squadre di blasone e che sono al servizio di procuratori che hanno un certo peso all’interno delle società della massima serie? Tutto ciò rimane un mistero ma è una storia che si ripete di volta in volta, basti pensare ai fallimenti dei Mondiali di Sud Africa 2012 e alla batosta subita nella finale nell’ultimo Europeo per mano delle “furie rosse”, dove la rosa selezionata da mister Lippi prima e da mister Prandelli poi, era composta alla maggiore da giocatori appartenenti a formazioni come Juventus, Milan e Inter. In nessun modo si voglia togliere merito a questi grandi campioni, ma nel momento storico in cui viviamo dove il calcio italiano perde ogni giorno credibilità in Europa e nel mondo, perché non aprirsi ad un rinnovo totale e dare meriti a chi si è sacrificato lottando giorno dopo giorno sul campo per meritarsi l’ambita maglia azzurra? Ai posteri l’ardua sentenza.
Achille Teghini