Taormina. C’è stato chi, in passato, sentendo pronunciare velocemente il suo nome, pensava che l’argomento fosse la “Turandot”, l’opera lirica di Giacomo Puccini. Invece lui è “semplicemente” Turi Andò, calciatore giardinese con trascorsi gloriosi in diverse squadre dilettantistiche siciliane e da circa 20 anni assistente bagnanti nella spiaggia dell’Hotel Caparena di Taormina, di proprietà della famiglia De Luca. A novembre festeggerà 48 primavere, ma intenzione di appendere le scarpe al chiodo ancora non ne ha. “Ho iniziato con il Torino club di Giardini – spiega Andò – e lì ho fatto tutta la trafila delle giovanili. A 14 anni ho esordito nella finale di Coppa di Terza categoria, persa 1-0 a Barrafranca. Avevo pure segnato, ma l’arbitro mi annullò ingiustamente il gol. Erano gli anni in cui la famiglia D’Angelo gestiva la società a 360 gradi. Il presidente era Mario, mentre l’allenatore era Carmelo. A 18 anni ho fatto il salto di qualità e sono passato in Promozione con il Giardini. Gli anni più belli della mia carriera sono però stati a Taormina con mister Vittorio Schifilliti, un grande allenatore, una persona perbene e un amico carissimo. Vittorio è uno dei tecnici più preparati che io abbia mai conosciuto nella mia carriera. Con mister Schifilliti siamo passati, nel giro di pochi anni, dalla Seconda categoria all’Eccellenza. Ho trascorso stagioni indimenticabili con Pino Curcio, fantasista di grande classe; Roberto Merlino, goleador di razza; Piero Ferrante e Gianfranco Sanò, geni del centrocampo; Raimondo Costantino, giocoliere del reparto arretrato insieme al portierone Enrico D’Agata; Pippo Privitera e Mario Spadaro, pilastri della difesa; Pippo Magazzù, esterno destro con il fiuto per il gol e infine Piero Curcuruto, che mi ricorda Totò Schillaci ai Mondiali del 1990 perchè entrava in campo dalla panchina nel secondo tempo e faceva sempre la differenza realizzando gol decisivi. Nel 1995-1996 sono passato al Paternò di mister Caligiuri e ho segnato all’esordio con la Leonzio. Poi ho indossato anche le maglie di Belpasso, Enna e S. Teresa, prima di passare al Celtic Taormina di Jim Kerr e Antonio Chemi e allo Sporting Taormina di Mario Castorina. Da 5 anni gioco con la Desport Gaggi e mi trovo benissimo, grazie anche alla serietà di dirigenti come Monte e Stagnitta e alla competenza di un allenatore come Sapienza”. Turi Andò è un fiume in piena: “Sono due le partite che ricordo in particolare. La prima a Letojanni, io giocavo con il Taormina e avevo infilzato il Paternò. Avevo festeggiato vicino alla bandierina in maniera un po’ bizzarra. I tifosi etnei si arrabbiarono e a fine gara mi inseguirono fin dentro gli spogliatoi. Il secondo match che ho ancora in mente è quello contro il Catania. Noi del Taormina eravamo passati in vantaggio grazie a una rete di Pino Curcio e per un attimo ho pensato che lo stadio venisse giù a causa dell’esultanza dei numerosi supporter. C’erano circa 3.500 spettatori, un record per Taormina. La gioia, però, finì poco dopo, perché il Catania poi vinse 3-1. A Taormina e a Giardini siamo molto legati alla città etnea. Qui, tra le squadre siciliane, da sempre tifiamo solo per il Catania. Al vertice del club c’è un presidente, Nino Pulvirenti, che io ho avuto con piacere a Belpasso. Di lui ricordo soprattutto la mentalità vincente, l’umiltà, l’educazione e la serietà”.