Taormina. “Considerate le affermazioni fatte dai massimi rappresentanti degli albergatori di Taormina, mi corre l’obbligo di rimandare ai mittenti il termine vergogna, attribuito ai consiglieri comunali, che hanno votato l’aumento della tassa di soggiorno”. A scriverlo, in una nota, è il presidente del Consiglio comunale, Antonio D’Aveni. “Purtroppo – continua D’Aveni – il Consiglio comunale si sta trovando in questi mesi a dover fare ciò che ogni politico non vorrebbe mai attuare, cioè l’aumento delle tasse. Tutto questo nella speranza che si riesca ad evitare il dissesto finanziario, che forse alcuni non sanno, porterebbe ad ulteriori aumenti di quelle imposte ancora ritoccabili ed altre disastrose conseguenze. Certamente negli ultimi 10 anni si poteva fare di più per recuperare l’evasione di acqua, tassa rifiuti, Imu, etc ed in tal senso, da ottobre, se si eviterà il dissesto, si dovrà, tra l’altro, rafforzare l’azione di recupero di tutta l’evasione, anche nei confronti degli evasori appartenenti ad altre categorie. Ritornando alla vergogna, voglio ricordare che: il Comune ha ricevuto in meno, negli ultimi anni, circa 3 milioni di € di trasferimenti statali. Minore entrata causata, dal mancato pagamento dell’Imu da parte della categoria alberghi. Per intenderci meno Imu alberghi = meno trasferimenti statali, mettendo in seria crisi le casse comunali. Ricordo anche che: alcuni alberghi trattengono o versano in ritardo l’imposta di soggiorno, dimenticando che potrebbe ravvisarsi l’appropriazione indebita (in tal senso il Comune ha dovuto incaricare un avvocato per il recupero di quanto illegittimamente trattenuto); che sommando i 3 milioni in meno di trasferimenti statali alle somme evase (acqua, tassa rifiuti, Imu, etc) il Comune ha un minore gettito che supera i 6 milioni di €. Somma che farebbe respirare le casse comunali senza necessità, probabilmente, di alcun aumento di tasse. Infine non voglio tralasciare la richiesta di maggiore trasparenza nella gestione della cosa pubblica, affermando con tranquillità che ciò è riscontrabile ottimamente sul sito istituzionale, in cui si possono visionare tutti gli atti fatti dagli organi politici e dai dirigenti. Colgo l’occasione, proprio in ottica trasparenza, di chiedere ai rappresentanti degli albergatori, e per loro tramite ai propri iscritti, l’autorizzazione a pubblicare nomi, cognomi e ragioni sociali di tutti quei soggetti o società, proprietari o gestori di alberghi, che negli ultimi anni non hanno pagato acqua, tassa rifiuti, Imu, etc. D’altronde come i consiglieri comunali votano palesemente, mettendo nel bene e nel male la faccia, perché chi non paga deve trincerarsi dietro la privacy, forse perché si vergognano? Concludo citando quanto detto da Papa Francesco: un convento religioso è esente dalle imposte, però se lavora come un albergo paghi le tasse, altrimenti l’impresa non è sana”.