Taormina. Il genere noir è stato al centro della quarta giornata del Taobuk, nell’affollatissima e splendida terrazza panoramica dell’Archivio Storico di Taormina. Il primo incontro è stato dedicato al noto giallista Donato Carrisi che ha presentato il suo ultimo libro “L’ipotesi del male”, una storia avvincente la cui protagonista, la poliziotta Mila Vasquez, indaga sulle persone scomparse e sul buio che si cela dietro di loro, il male. “Il desiderio di scrivere gialli – ha spiegato l’autore – è sorto da un’esperienza personale, da una tesi sui serial killer, proposta da uno degli inquirenti che indagavano su Luigi Chiatti, serial killer pedofilo. Io uscivo dagli incontri con Chiatti sconvolto, ma ero attratto dai suoi racconti. E perché? La verità è che siamo tutti un po’ attratti dal male. I mostri non sono affatto mostruosi, sono insieme a noi, sull’autobus, dappertutto. Nei miei libri non ci sono buoni o cattivi, non esistono innocenti nei miei romanzi, non c’è male né bene. Il titolo “l’ipotesi del male” nasce da un assunto antropologico – ha affermato Carrisi – su cui il libro si basa e del quale parla uno studio molto interessante che sostiene che il bene e il male non sono avversari ma sono la stessa cosa. Spesso per fare del male ci vuole il bene e soprattutto, viceversa, per fare del bene ci vuole il male. Il male è sempre dimostrabile. Ci sono delle prove, una scena del crimine, il cadavere, un delitto. Il bene come si fa a dimostrare? Come si fa a stabilire se un atto di generosità è legato ad un nostro positivo stato d’animo o soltanto al desiderio di compiacere una parte di noi, di sentirci migliori degli altri?”. Ma perché proprio un libro sulle persone scomparse? “L’idea mi è venuta guardando una serie televisiva, Lost – ha dichiarato lo scrittore – e da un numero, 28, perché ogni giorno in Italia spariscono 28 persone, molte delle quali tornano indietro rapidamente, di tanti non si saprà nulla. Molte persone scompaiono volontariamente, nel senso che scelgono il buio perché non riescono più a vivere la propria vita nonostante siano vite normali, tranquille, felici. Quando tornano dal buio qualcosa in loro è cambiato, molti commettono dei crimini, e questo è un romanzo sulle persone che ritornano per uccidere”. Di un altro giallo si è parlato a Taobuk con il libro di Antonello Carbone “A Taormina d’inverno” che l’autore ha presentato insieme alla giornalista Roselina Salemi. La presentazione è stata accompagnata da un reading a cura di due attori siciliani, Mario Opinato e Manuela Ventura che hanno fatto in modo di far vivere al pubblico la sensazione di ospitare il protagonista del racconto, il reporter Giacomo Cassisi, nella location dove la storia è stata ambientata. Tra gelosie, tradimenti, colpe e la morte misteriosa di una rampolla dell’alta società, si apre la porta su una Taormina d’inverno, diversa da quella a cui siamo abituati normalmente e che come ha dichiarato l’autore “sembra dormire e invece è più viva che mai”. Il protagonista del romanzo, il cronista Cassisi, “non è il mio alter ego – ha affermato lo scrittore – all’inizio ho pensato anche a un maresciallo o a un altro personaggio, ma poi alla fine ho voluto che il protagonista fosse un giornalista e così un po’ mi sono guardato allo specchio, ma senza velleità”. Tra un incontro e l’altro sono stati proclamati i tre vincitori del concorso letterario “Tauromenion- Città di Taormina” bandito da Babilonia. Nel corso della premiazione Rita Patané ha letto alcuni brani dei racconti vincitori. “E’ stata un’esperienza coinvolgente per le tante sensazioni che Taormina suscita – ha affermato Ninni Panzera – sono stato onorato di poter leggere questi racconti, anche perché è stato come leggere Taormina, alla quale io stesso ho dedicato un libro presentato qui a Taobuk lo scorso anno, da un osservatorio diverso”.