Taormina. Noto ed autorevole volto della tv e dell’informazione italiana, presidente del Comitato Scientifico di Taobuk sin da quando, nel 2011, il Festival vide la luce da un’idea di Antonella Ferrara, Franco Di Mare ha all’attivo grandi successi editoriali e numerosi premi, fra cui due Oscar della televisione per i suoi reportage come inviato di guerra. I vividi ed intensi ricordi della sua carriera di giornalista inviato hanno dato vita ad uno spettacolo teatrale di grande successo, che è poi diventato il suo primo libro: “Il cecchino e la bambina”, edito nel 2009. Nel 2011, il suo romanzo “Non chiedere perché” è stato finalista al premio Bancarella, aggiudicandosi numerosi riconoscimenti. A questo romanzo si è ispirata la fiction con Beppe Fiorello “L’angelo di Sarajevo”, andata in onda in RAI a Gennaio 2015. Fresco di stampa, il suo ultimo romanzo, “Il Caffè dei Miracoli”, tra i primi in classifica, verrà presentato a Taormina il 22 Maggio alle ore 18.00 nella suggestiva cornice del San Domenico Palace Hotel. L’evento, organizzato da Libreventi e Libreria Mondadori Taormina in collaborazione con il San Domenico Palace Hotel, Caffè Illy e Terrazza Cavallaro, sarà introdotto da Antonella Ferrara, Presidente di Taobuk. Interverranno Caterina Andò, responsabile ufficio stampa Taobuk e Alfio Bonaccorso, responsabile gestione e promozione eventi Taobuk. In “Il Caffè dei Miracoli”, l’autore partenopeo si confronta con il microcosmo di un piccolo paese della Costiera Amalfitana, Bauci, in cui la monotona vita della comunità sembra scandita da un ritmo che va al di làdel tempo stesso, esente da qualsiasi cambiamento, sino a quando a sconvolgerlo radicalmente non interviene un evento imprevisto: una poderosa statua di nudo femminile, nientemeno che opera del Maestro colombiano Botero, viene posta davanti all’ingresso della chiesa principale, “terga all’altare”, lasciando di stucco gli avventori. Di lì a poco la poderosa donna di marmo diventerà il centro nevralgico di avvenimenti straordinari in tutto il paese, un luogo in cui il “mistero”fa parte della stessa sostanza delle cose e che trova nel centralissimo caffè, detto appunto “dei miracoli”, un avamposto di osservazione privilegiato della vita cittadina e dei prodigi che vi si manifestano. Con un ritmo avvincente che lega il lettore alla pagina, si assiste al piano per occultare la scabrosa vista della “chiattona”, finchè, ai suoi piedi, viene ritrovato un fagotto contenente una bimba in fasce e un curioso bigliettino… la “Maya Tropical”, tale è il nome della statua, chiusa nel suo granitico silenzio, sembra sorridere nell’impagabile prerogativa di turbare gli equilibri della vita di Bauci. La spigliata penna di Franco Di Mare ricostruisce fedelmente, capitolo dopo capitolo, dei “bozzetti di vita”perfetti in sé, come tanti cammei all’interno di un unico tessuto narrativo, e si apre ad irresistibili digressioni culinarie (eccezionale quella sull’origine “peccaminosa”della sfogliatella di Santa Rosa e della pastiera napoletana). L’autore partenopeo delinea così un contesto, che, grazie allo strumento dell’ironia e alle figure paradigmatiche che è capace di tratteggiare, si rivela ben presto tanto universale che il lettore non fa fatica alcuna ad immedesimarsi, trovandone corrispondenze esilaranti con la propria quotidianità. Il romanzo ha come protagonista la Bellezza, quella del paesaggio rarefatto come un sogno della Costiera e quella dell’Arte stessa, del cui potere dirompente si fa strenua paladina l’agguerrita dottoressa Neri, pasionaria che si intesta tutte le battaglie che agli altri appaiano perse. Nella composita giostra dei personaggi del romanzo, nulla di ciò che è umano è tralasciato: la meschinità, gli arrivismi, le piccolezze, ma anche grandi manifestazioni di coraggio, di amore, di coerenza. Così si snocciolano le indimenticabili figure del presepio di Bauci, arroccato su un costone di roccia a strapiombo sullo stupore ammirato dei turisti, un luogo dove la letteratura si dimostra, ancora una volta, capace di dar voce alla Vita.