Taormina. “Una volta chiesi ad un collaboratore di giustizia, ma quando finirà la mafia? Lui non mi rispose subito, mi volle raccontare la storia di un giovane che andò da lui che controllava alcuni cantieri da egli stesso finanziati, dicendo di avere un bisogno assoluto di lavorare per poter comprare il latte alla figlia neonata. Il pentito gli trovò un posto in uno di questi cantieri e il giovane ritornò per ringraziarlo, poiché la figlia poteva finalmente mangiare. Bene dottore, mi disse, la mafia non finirà mai finché c’è gente che non viene da voi ma da noi, a chiedere aiuto”. E’ stato questo uno dei passaggi dell’intervento appassionato e appassionante del Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso, che ha di fatto inaugurato, ieri sera, il Taobuk, il Festival Internazionale de Libro che si sta svolgendo a Taormina nella splendida terrazza dell’Archivio Storico, fino al 28 settembre, ideato e organizzato da Antonella Ferrara con il sostegno dell’assessorato alla Cultura del Comune guidato da Antonella Garipoli, e di partners come la Regione Siciliana, il Comitato Taormina Arte, l’Università degli studi di Catania, l’Università degli studi di Messina, associazioni autorevoli come l’Associazione Albergatori Taormina, l’Associazione Imprenditori per Taormina, la Fidapa e il Garden Club e importanti realtà imprenditoriali come Gais Hotel Group, San Domenico Palace Hotel, Grand Hotel Timeo, Babilonia Centro Culturale, Effezone. Grasso è uno degli ospiti illustri della manifestazione, giunta quest’anno alla sua II edizione. Il Superprocuratore è stato intervistato ieri pomeriggio sul palco da Franco Di Mare, presidente del comitato scientifico di Taobuk, di fronte ad una terrazza gremita in ogni ordine di posto da giovani e meno giovani, giunti da tutte le parti della Sicilia per assistere alla prima serata di un Festival che ha già messo le basi per rappresentare uno degli eventi culturali di punta della Sicilia e non solo. Franco Di Mare ha anche presentato il libro del procuratore “Liberi Tutti. Lettera ad un ragazzo che non vuole morire di mafia” edito da Sperling & Kupfer. “La mafia non è soltanto un problema siciliano –ha affermato il procuratore Grasso – ma è un problema nazionale ed internazionale. A volte sentiamo definizioni del genere “mafia degli affari” o altre ancora, che sembrano tutte rivolte a fenomeni diversi ma in realtà il fenomeno è uno solo e si indirizza verso ciò che dà maggiore reddito sotto il profilo sia economico, sia sociale, anche attraverso società e joint ventures straniere. Per questo dobbiamo puntare sui giovani e io spero vivamente che molti di quelli che sono andati in altre regioni ritornino a lavorare al Sud. Inoltre – ha affermato – mi auguro che alle prossime elezioni, si possa realizzare una campagna “liste pulite”, credo che gli elettori si meritino questo e quindi mi auguro che ci siano candidati al di sopra di ogni sospetto”. Il superprocuratore ha poi accennato alla vicenda dello spostamento del processo Dell’Utri da Palermo a Roma e al parere positivo del suo ufficio. “Sono rimasto meravigliato a vedere la notizia sui giornali –ha affermato – perché il mio parare doveva essere conosciuto dopo che si fosse espresso il procuratore generale della Cassazione sul tema della competenza. Quello che ho firmato comunque è soltanto un parere non risolutivo, deciderà poi il procuratore generale della Cassazione”. La serata, dopo i saluti della presidente dell’associazione “Taormina Book festival” Antonella Ferrara, del sindaco della Perla dello Jonio, Mauro Passalacqua e dell’assessore Garipoli, è cominciata con le note dell’Orchestra a Plettro Città di Taormina che ha eseguito brani dedicati al giudice Giovanni Falcone di cui il procuratore Grasso ha voluto mostrare una foto, quando il giudice ucciso nella strage di Capaci era, ancora giovanotto, in divisa all’Accademia navale che frequentava prima di diventare magistrato. “Forse pochi sanno che Giovanni Falcone voleva fare l’ufficiale di Marina – ha affermato il procuratore Grasso – almeno questo era un suo desiderio che poi non si è realizzato. E questo Giovanni me lo diede pochi giorni prima di morire perché aveva deciso di smettere di fumare – ha spiegato Grasso mostrando un accendino che era appartenuto al giudice Falcone – con l’impegno di tornarglielo se non ci fosse riuscito. Ma poi è andata com’è andata. Io lo porto sempre con me e mi aiuta quando ho qualche difficoltà, mi basta stringerlo forte”. “Taobuk nasce con l’intento di creare a Taormina, come una volta, le condizioni per incontri letterari tra scrittori e intellettuali, amanti delle “Belle Lettere” come il titolo del nostro Festival – ha dichiarato la presidente Ferrara – ed è per questo che ci rivolgiamo anche ai giovani, alle nuove generazioni, affinché creino da subito una vivacità culturale per far rivivere quei tempi in cui, giovanissimi, scrittori come Oscar Wilde e Thomas Mann creavano storie e narrazioni, ponendo Taormina al centro dello scambio tra culture diverse”. Al termine dell’incontro di ieri sera, c’è stata la proiezione di un video molto toccante, realizzato dal regista siciliano premio Oscar per il film “Nuovo Cinema Paradiso”, Giuseppe Tornatore, con le musiche di un altro premio Oscar, il maestro Ennio Morricone, dal titolo “Omaggio a Falcone, Palermo capitale dell’antimafia”, realizzato con immagini di tutte le stragi mafiose e delle vittime della mafia, con primi piani e ricordi emozionanti che hanno fatto rivivere quei terribili momenti e la vita delle vittime stesse. Subito dopo l’incontro con il procuratore Grasso, gli appuntamenti sono proseguiti con un ospite internazionale, il siberiano Nicolai Lilin, autore del libro “Il respiro del Buio” edito da Einaudi, di cui la bravissima attrice Rita Patané ha letto alcuni brani drammatici della storia autobiografica raccontata nel libro da Lilin con un linguaggio ruvido ma assai efficace nel rendere la tragedia di un uomo che ha vissuto esperienze estreme durante la guerra in Cecenia, e ancora di più un forte dramma interiore nella sua battaglia alla difficile e tormentata ricerca del ritorno ad una vita normale tra angosce, paure e voglia di riscatto. Stasera (domenica 23 settembre) sul palco della Terrazza dell’Archivio Storico ci saranno il magistrato Giuseppe Ayala, intervistato dal giornalista del Corriere della Sera Felice Cavallaro che presenterà il libro dello stesso magistrato “Troppe coincidenze. Mafia, politica, apparati deviati, giustizia, relazioni pericolose e occasioni perdute” e, a seguire, la scrittrice e avvocatessa italo-inglese Simonetta Agnello Hornby sarà intervistata dalla giornalista Rai Antonella Gurrieri sul tema “Da La Mennulara alla Cucina del Buongusto”. A conclusione della serata verrà proiettato il primo dei quattro documentari realizzati dal regista Giuseppe Tornatore, a cura dell’associazione “La Zattera dell’arte” dedicati agli scrittori siciliani e il cinema, dal titolo “Verga e il cinema”. (Guarda le altre foto ui in basso).