Taormina. “Bisogna deflazionare il sistema giudiziario rispetto al carico degli arretrati e di fronte al rischio di accumulare nuovo ritardo. Per questo è auspicabile che non vi sia alcun rinvio dell’entrata in vigore del nuovo istituto della mediazione”: lo ha affermato Augusta Iannini, Capo Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia, ospite del convegno sul tema “L’avvocato e la media conciliazione. Riflessioni sull’applicazione del nuovo istituto”, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Messina (con il patrocinio del Consiglio Nazionale Forense e con il supporto logistico della Planet Services di Messina) e tenutosi il 27 e il 28 ottobre 2010 al Palacongressi di Taormina. Il meeting, che ha registrato una straordinaria adesione da parte di avvocati provenienti da tutta Italia, è stato l’occasione per un’approfondita riflessione e un confronto tra studiosi e operatori del settore. Un susseguirsi di interventi che hanno messo in evidenza le problematiche del nuovo istituto, che entrerà in vigore il 20 marzo 2011. Come hanno sottolineato molti relatori, la mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali richiede una nuova mentalità e un approccio diverso al sistema giustizia, con la necessità di formare professionalità nuove e più complesse. A tal proposito l’avvocato gioca un ruolo fondamentale. Infatti, per diffondere tra gli utenti la cultura della mediazione, come un valido strumento di risoluzione delle controversie alternativo alla giustizia ordinaria, la legge affida all’avvocato la diffusione dell’istituto con l’imposizione obbligatoria dell’informativa che ogni legale deve fornire al proprio cliente. Tuttavia, come ha osservato l’avv. Francesco Marullo di Condojanni, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina, è indispensabile una formazione giuridica per coloro che si apprestano a esercitare il ruolo di mediatore, poiché non è una garanzia affidare una funzione così delicata a laureati triennali o a non laureati iscritti agli ordini professionali. E proprio sul piano della formazione si sta muovendo l’Ordine forense messinese, come ha evidenziato l’avv. Vincenzo Ciraolo, segretario dell’Ordine: “Ci siamo prontamente accreditati come ente formatore ed è stato anche elaborato un programma completo rivolto agli avvocati che formano i mediatori e a quelli che assisteranno le parti nella procedura di conciliazione”. L’avv. Ciraolo, inoltre, ha affermato che l’istituto della mediazione offre ai giovani nuove possibilità occupazionali, anche se la normativa non tiene conto dell’impatto economico e strutturale che ha sugli ordini professionali. “La mediazione – ha detto l’avv. Carlo Vermiglio, riconfermato vice presidente del Consiglio Nazionale Forense – è una scommessa per noi avvocati. Dobbiamo qualificarci ed essere competitivi”. Al convegno sono anche intervenuti nella qualità di relatori: Ilaria Pagni, ordinario di Diritto Processuale Civile all’Università di Firenze; Paola Ventura, componente dell’Organismo di Conciliazione Forense di Milano; Antonio Briguglio, ordinario di Diritto Processuale Civile all’Università di Roma “Tor Vergata”; Sabrina Diella, funzionario Unioncamere con delega alla media/conciliazione; Vittorio Verdone, direttore Auto, Distribuzione e Rapporti con i consumatori; Stefania Pellegrini, professore associato di Sociologia del Diritto all’Università di Bologna; Pietro Chiofalo, amministratore dell’Organismo A.D.R.; Marcella Caradonna, co-responsabile del coordinamento del tavolo nazionale degli Enti Formatori. Gli avvocati Massimo Cambria, Giovanni Arena e Antonio Barbera, consiglieri dell’Ordine di Messina, hanno moderato le tre sessioni del convegno, che si è concluso con la simulazione della procedura di conciliazione.