Taormina. “Agosto sta per finire. Anche quest’anno si è distinto per le masse di visitatori che, come un fiume in piena, si sono riversate per le vie della città. Questa nuova tipologia di turismo andrebbe semplicemente gestita e non respinta, così come sarebbe opportuno mettere da parte i toni, neanche troppo velati, di discriminazione ad opera di una certa aristocrazia locale. Bisognerebbe, cioè, abbandonare forme anacronistiche di nostalgia per epoche, oramai, definitivamente concluse. E proprio in questo punto dovrebbe inserirsi la Politica che, come diceva De Gasperi, vuol dire realizzare. Ma, se questo è vero, purtroppo, dobbiamo concludere che a Taormina da diversi anni non esiste politica ma solo una spaventosa inerzia che va costantemente ad intaccare, come un fenomeno di inesorabile e lenta erosione, i nostri beni più preziosi oltre ad uccidere l’entusiasmo. Il sistema è semplicemente fallito, al di là degli attori che di volta in volta recitano le parti del gioco disponibili: senatores boni viri, senatus mala bestia. Ciò vuol dire che le indiscutibili capacità dei singoli rimangono vanificate da un sistema perverso dove prevalgono piccole rivalse personali e una visione frammentaria degli interessi in gioco. Questa visione frammentaria si concretizza nella esclusiva dedizione a questioni di piccolo cabotaggio, per lo più elettorale. Tutti gli interessi pubblici generali che andrebbero affrontati con una visione di insieme che guardi al futuro ed alle nuove generazioni non vengono neanche percepiti. Si preferiscono, ad esempio, assurde forme di respirazione artificiale che non giovano a nessuno e rappresentano l’esatto contrario di visione politica e programmazione. Un esempio di questo è rappresentato dalla Polizia Municipale venuta dal Nord. Al riguardo non mi stancherò mai di sottolineare che chiunque ambisca ad amministrare la città deve inserire al primo punto del programma il reclutamento di almeno altre quindici unità di agenti di Polizia municipale. Solo così sarà possibile ad esempio disciplinare realmente la viabilità, il decoro urbano, i suoli pubblici. Solo per questa via, può trovare attuazione il principio di uniformità di trattamento che eviterebbe alcune reazioni (sicuramente sbagliate), ma a mio avviso comprensibili, da parte dei cittadini che vedono nella saltuaria applicazione delle norme un sorta di ingiustizia. Di questo si occupa la Politica. Ovviamene non si fa nulla. Solo qualche incerto tentativo di fare bella mostra di sé. Una strisciante cecità di convenienza, specie in chi all’apparenza sembra sposare nobili cause ma, invece, persegue interessi personali. Per non parlare, da ultimo, della mai tramontata abitudine di erigere muri bassi per sentirsi superiore. Absit iniuria verbis, ma la critica è il sacrosanto diritto e il privilegio di chi ha perso le elezioni. Sono lustri che non si intraprende un’azione amministrativa seria e coordinata verso il raggiungimento di grandi obiettivi per il territorio. Per parafrasare il titolo di un editoriale, a Taormina, ogni giorno, sembra che si assista alla danza dei sonnambuli sull’orlo del tetto. Potremmo elencare singole carenze, come il sistema barbaro di raccolta del vetro, l’assoluta anarchia che vige in città in materia di viabilità e suoli pubblici e l’assenza di controlli per carenza di personale con le conseguenze che tutti conosciamo. La verità è che non dobbiamo partire da questi singoli casi ma dal loro minimo comune denominatore. Il vuoto amministrativo. che a mio modestissimo avviso deriva dall’illusione di molti che si aspettano che il cambiamento avvenga dalla classe politica (come aspettarsi che il tacchino sia felice che arrivi il Natale). E’ giunto il momento che ciascuno di noi inizi a ripensare al modo di essere cittadino abbandonando una volta e per sempre la spasmodica ricerca di miseri privilegi a tutto svantaggio dei reali interessi in gioco per acquisire una nuova consapevolezza di forza e la presa d’atto che la complessità del mondo moderno e le difficilissime sfide da affrontare richiedono persone capaci e preparate per raccogliere, appunto, queste sfide. Mi piacerebbe concludere con un nota di speranza ma francamente non ci riesco. Non che non sia convinto che Taormina abbia la forza per rialzarsi, e ciò sicuramente accadrà. Ma, purtroppo, non credo saremo noi l’epoca in cui questo accade”.
Danilo La Monaca