Taormina. Nel solco di una tradizione di presenza nel territorio, anche attraverso restauri e realizzazioni culturali per la propria città, il Rotary Club di Taormina, tramite il presidente Giovanni Randazzo, lo scorso giovedì, tra una nutrita schiera di soci ed un folto gruppo di rotariani di Voghera presenti a Taormina, ha donato alla città due iniziative culturali. “La prima – ha spiegato Maurizio Triscari – riveste carattere prevalentemente divulgativo. Su un apposito piedistallo in ferro, è stata realizzata, dal noto fotografo taorminese Nicola Santamaria, una fotografia in ceramica della vista prospiciente il panorama osservabile dalla centrale Piazza IX Aprile. La fotoceramica – di cm 60 X cm 120 – è realizzata mediante un fotomosaico di 4 immagini ad altissima risoluzione. La foto indica con appositi riferimenti numerati, le principali evidenze panoramiche e/o topografiche osservabili quando ci si affaccia sul meraviglioso panorama della piazza. La seconda nasce da un’idea del socio fondatore del club e attuale socio onorario Achille Conti il quale, vera memoria storica locale, ha indicato un poco conosciuto episodio della storia taorminese. Nel 1676, durante la ribellione contro gli Spagnoli capitanata da Messina alleatasi con i Francesi, Taormina rimase sempre fedele alla Spagna. Purtroppo il 16 ottobre di quell’anno, 4000 soldati francesi e 500 messinesi sbarcano improvvisamente sulla costa e conquistano Taormina saccheggiandola per tre giorni dopo averla precedentemente cannoneggiata. La città capitolò al saccheggio anche perché veniva cannoneggiata alle spalle da una colonna dell’esercito francese che si era appostata sulle alture dietro Castelmola. Ricordi di questo episodio sono i toponimi delle contrade Francisi per l’acquartieramento delle truppe e la vicina Grimaudo che ricorda il nome del Grimaud comandante delle truppe francesi che dall’alto cannoneggiavano Castelmola e Taormina. Taormina rimase però sempre fedele alla Spagna. Nel 1679 la cittadinanza volle ricostruire interamente a proprie spese la Torre del Tocco dotandola anche di un sistema per la misurazione del tempo (campane?). A ricordo dell’evento i taorminesi, pieni di orgoglio civico, realizzarono nel 1679 una lapide che ricorda la distruzione della torre ad opera dei francesi e la ricostruzione della stessa a spese proprie con l’assistenza del locale comandante la guarnigione spagnola Don Antonino Bela y Serrano essendo amministratori della città Nicola Papale, Geronimo Cosentino, Giuseppe Arcidiacono e Paolo Romano. La lapide è andata distrutta nel tempo, esiste solo una foto degli Anni ’20 che indica una probabile sua collocazione in cima all’arco di accesso lato piazza: il Rotary Club di Taormina ha pensato di riconsegnarla alla città unitamente ad una placca che fornisce in modo bilingue anche la traduzione e l’interpretazione della lapide stessa. Entrambe le idee progettuali sono state regolarmente a suo tempo avanzate all’Amministrazione comunale ed all’Ufficio Tecnico del Comune che dopo averle inoltrate ai competenti organi messinesi che hanno dato il relativo nulla-osta, hanno formalmente autorizzato per iscritto entrambe le realizzazioni. Mentre nulla quaestio per la realizzazione in fotoceramica – ha continuato Triscari – sembra che la lapide abbia ingenerato invece problemi di instabilità politica tali da dover procedere alla sua rimozione. E’ sintomatico della vicenda che la lapide sia stata rimossa proprio il giorno nel quale presso la Fondazione Mazzullo a Taormina – luogo ove avvengono la maggior parte degli eventi culturali taorminesi – veniva tenuto un altro convegno su tematiche archeologiche. La relativa locandina recitando testualmente nel titolo: Convivere ieri, sopravvivere oggi, rivivere domani? faceva declamare a gran voce, durante il convegno, le autorità presenti che per la Perla dello Jonio il binomio sole-mare ha cessato di esistere mentre era necessario per il futuro dei Beni culturali a Taormina andare invece verso una corretta valorizzazione del patrimonio storico-archeologico. Non è ben chiaro quale”.