Taormina. Mercoledì 27 giugno 2018, alle 17.30, presso la storica sede di Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, nell’ambito del festival letterario internazionale di Taobuk, l’Ordine Avvocati di Messina ha organizzato l’evento dal titolo “In alto mare – Le nuove rivoluzioni dei popoli”, incentrato sulla dibattuta tematica del soccorso in mare. Nel corso dell’incontro è stata presentata “Salvezza”, la graphic novel di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, che racconta proprio il viaggio dei due autori a bordo della nave Aquarius e le testimonianze raccolte in quei giorni assistendo alle operazioni dei soccorritori di SOS Mediterranée a largo delle coste libiche.
A moderare l’incontro è stato Emilio Pintaldi, giornalista, che dopo i saluti del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina, Vincenzo Ciraolo, ha dato la parola a Michele Minissale, esperto in diritto della navigazione, il quale ha delineato il quadro delle convenzioni internazionali che sanciscono l’obbligo di soccorso in mare ed il divieto di respingimento dei rifugiati e DEI richiedenti asilo; a seguire Lelio Bonaccorso, che si è soffermato sui racconti ascoltati dai migranti soccorsi circa gli orrori subiti nei centri di detenzione in Libia e sull’intensità dell’esperienza umana vissuta a bordo della nave e poi narrata nell’opera “Salvezza”.
E’ intervenuto, altresì, Giacomo Ebner, magistrato e scrittore, ricordando l’importanza del contributo che ciascuno di noi è tenuto a dare per far sì che la tutela degli ultimi sia una missione che riesca a dare un senso al nostro passaggio sulla terra ed ha sottolineato l’importanza del ruolo rivestito dalla formazione degli avvocati nella tutela dei diritti umani.
A tal riguardo, Giovanni Villari, delegato alla formazione dell’Ordine Avvocati di Messina e componente della Commissione diritti umani istituita presso il Consiglio Nazionale Forense, ha sottolineato la gravità dei fatti che si stanno verificando attualmente in Libia, rammentando a tutti i presenti il fatto che non è più possibile volgere lo sguardo altrove e negare che si stia consumando, dinanzi all’indifferenza della comunità internazionale, un vero e proprio crimine contro l’umanità.
Villari, successivamente intervistato, ha dichiarato: “La funzione sociale dell’avvocatura si afferma in primo luogo nella tutela dei più deboli e nella lotta a tutti i fenomeni lesivi dei diritti fondamentali degli ultimi, ivi comprese le discriminazioni come estrinsecazione primigenia dell’oppressione del diverso. Il nostro ruolo è quello di informare la collettività riguardo a ciò che avviene ad un passo da noi e lottare, con gli strumenti che il diritto pone a disposizione dell’interprete, per impedire che gli orrori narratici dai nostri assistiti possano continuare a perpetrarsi nel silenzio”.