Taormina. Il Centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo di Taormina ha ricevuto una statua del Santo Bambino di Betlemme, riproduzione dell’effige originale venerata nella Basilica di Santa Caterina alla Natività.
“Questo bellissimo dono – spiega il primario Sasha Agati – arriva direttamente dalle Carmelitane Scalze del Monastero di Betlemme. È una grande emozione che condividiamo con Padre Francesco Venuti, che fa sempre tanto per noi, e con Nino Terzo, che si è impegnato in prima persona nel perorare la causa di canonizzazione della Santa. La statua verrà a breve esposta in maniera permanente in una apposita teca nel reparto di Terapia intensiva cardiochirurgica”.
“Il Centro di cardiochirurgia pediatrica, nello scorso mese di dicembre, durante una celebrazione eucaristica in preparazione al Natale – afferma Padre Francesco Venuti, cappellano dell’ospedale S. Vincenzo di Taormina e vicario foraneo di Taormina Val d’Alcantara – aveva appreso la notizia dell’invio della statua del Santo Bambino Gesù proveniente da Betlemme. La statua, che prima di lasciare la Terra Santa è stata adagiata sul luogo della Natività, è un dono carico d’amore per il reparto di Cardiochirurgia pediatrica e per l’intero ospedale di Taormina da parte delle Suore Carmelitane Scalze. Le religiose avvertono forte il legame con il nosocomio di contrada Sirina e in particolare con il Centro cardiologico pediatrico perché si è verificato qui il miracolo, ricondotto all’intercessione della piccola araba Myriam, oggi Santa Maria di Gesù Crocifisso, fondatrice della comunità delle Carmelitane Scalze di Betlemme”.
“In questo tempo così difficile e di particolari restrizioni, accogliamo questo dono come una grande grazia. Attraverso l’umanità del Figlio di Dio, che contempliamo Bambino, i nostri cuori si inteneriscono e, in mezzo a tante ansie e preoccupazioni, riaffiora la speranza che ci permette di prepararci a vivere il mistero della Risurrezione”.
Padre Venuti, nel frattempo, ha reso noto che “a causa delle misure adottate per contenere la diffusione del coronavirus, che vieta ogni manifestazione civile e religiosa, nemmeno nella cappella dell’ospedale potremo vivere quei momenti che ogni anno scandivano la vita spirituale all’interno della struttura sanitaria”. La presenza del cappellano sarà comunque garantita per qualsiasi necessità.