Taormina. Il 18 agosto 2017 ricorre il 100° anniversario della morte dell’Arciprete Gian Battista Marziani. Molto sensibile alla realtà giovanile taorminese, soprattutto preoccupato della formazione dei ragazzi e delle ragazze. Come segno di gratitudine , alle ore 17 i ragazzi del Follest attraverseranno il Corso Umberto per raggiungere Piazza Duomo, dove cureranno un momento di animazione con canti e balli. Poi entreranno in Cattedrale per rendere omaggio a Padre Marziani. Alle 19.30 verrà celebrata una Messa in suffragio dell’arciprete Marziani. Tutto questo per non dimenticare, per ringraziare, per continuare!
Da Suor Tarcisia Carnieletto, riceviamo e pubblichiamo:
Uno dei miti in circolazione è quello della novità, per cui il passo di oggi è ritenuto necessariamente migliore di quello compiuto ieri. Se vanno così le cose, a cosa servirà ricordare Gian Battista Marziani, il giovane prete di Taormina morto esattamente 100 anni fa? E poi: chi era costui? Nel primo anniversario della sua morte, gli fu dedicato un mausoleo nella Cattedrale della città: “Alla venerata memoria…”. Il 100° anniversario non prevede monumenti, ma porta la responsabilità di ricordare, di riportare in luce il significato e gli effetti del suo dinamismo sociale e spirituale, per attivarlo al presente. Don Marziani discende da una nobile famiglia (lo ricorda il Vicolo a gradinate Ascanio Marziani), è nato a Taormina il 15 luglio 1881 ed è morto improvvisamente il 18 agosto 1917. È vissuto in un’epoca attraversata dai vivaci fermenti politici e culturali che hanno trasformato Taormina, tanto rapidamente e in maniera talmente alternativa alla tradizione, da generare durature contraddizioni, ambivalenze e questioni di identità. Era un giovane prete quando ha condiviso con i taorminesi la tragedia del terremoto (1908) e poi della Grande Guerra, incaricato di guidare la Chiesa locale mantenendo la rotta del Vangelo, nonostante le ondate della modernità, che minacciavano l’ancoraggio alle tradizioni, le provocazioni esterne e l’adattamento vissuto dalla comunità spesso con troppa immediatezza. È stato un educatore della sua gente, attento a contrastare i vuoti creati dall’ignoranza, interessato soprattutto all’educazione dei giovani, investiti dalle mode e dal luccichio di personaggi originali e perfino stravaganti, da quelle loro forme di ricerca inquieta, che trasforma in sfida e trasgressione l’impegna a vivere. È stato un arciprete coraggioso e deciso, lo prova una lettera aperta, “Un grido d’allarme” (maggio – giugno 1908) che ha fatto circolare con tutti i mezzi disponibili al suo tempo, in cui, mentre denuncia con forza il degrado morale e religioso di Taormina, prospetta la formazione umana e religiosa dei giovani, ragazzi e ragazze, come dovere urgente di tutta la comunità locale, dalla famiglia alle strutture sociali e politiche. Nell’Archivio della Cattedrale di Taormina è custodito un dossier con l’etichetta Don Marziani. Tra i documenti, ho trovato un foglietto senza data, scritto con la calligrafia chiara e scorrevole di don Marziani, probabilmente un appunto per l’omelia di una festa mariana. Pur nel linguaggio del tempo, il messaggio conserva tutta la sua attualità di denuncia e di speranza. La società moderna (…) ha profanato la sua Bellezza – individui, famiglia, società, arte, letteratura, teatro. La società è sotto l’incubo dell’ambascia. Solo se saprà ispirarsi alla Bellezza… vedrà balenare il coraggio della speranza. Don Marziani è vissuto “a” e “per” Taormina, si è dato senza riserve, perché la comunità che gli era affidata, custodisse le tradizioni vitali e perché i giovani ne potessero ereditare tutta la bellezza. Come in una corsa a staffetta, la fiaccola passa ai taorminesi di oggi!