Taormina. Dopo la serata d’inaugurazione con protagonista assoluto uno dei più grandi registi americani viventi, Francis Ford Coppola, che ha incantato il numeroso pubblico presente al Teatro Antico la prima giornata di festival (26 giugno) per gli amanti del buon cinema ha visto proiettato al Palazzo dei congressi “Una boccata d’aria”, in anteprima al Taormina Film Fest e in distribuzione nelle sale dal 7 luglio. Una commedia non priva di striature melanconiche per la regia di Alessio Lauria e per la sceneggiatura di Valerio Bariletti, Morgan Bertacca e Aldo Baglio. Salvatore Macaluso detto Salvo (Aldo Baglio) è proprietario di una pizzeria a Milano: la moglie Teresa (Lucia Ocone) sta alla cassa, il figlio Enzo (Davide Calgaro) aiuta a fare le pizze. Ma il locale è sommerso dai debiti, e per uscirne Salvo è costretto a rivolgersi ad un’usuraia. Proprio allora arriva il messaggio che il padre di Salvo (Tony Sperandeo) è morto e un notaio invita l’uomo a tornare in Sicilia per leggere il testamento. Per Salvo quel testamento potrebbe rappresentare la boccata d’aria tanto sperata, e anche il resto della sua famiglia vista la situazione non è contrario ad allontanarsi da Milano: Enzo non vuole fare il pizzaiolo ma il sound designer, la figlia Emma (Ludovica Martino) è appena tornata dall’Olanda lasciandosi alle spalle Master, fidanzato e aspettando una bambina. Peccato che in Sicilia trovino Calogero detto Lillo (Giovanni Calcagno), il fratello con cui Salvo non parla da anni, e che ha altri progetti per l’eredità. Un film corale dove la bravura di Aldo trascinatore, a volte disperato a volte sognatore, riporta sullo schermo un tema vero e sempre attuale quello dell’immigrato che crede di aver dimenticato le sue radici ma una volta ritornato nella sua terra nativa rivive il passato, i contrasti con il padre, incontra gli amici di un tempo e come in una favola, anche se non con poche difficoltà, realizza proprio quel sogno che lo aveva allontanato. A funzionare in questo film è soprattutto l’alchimia interpretativa dei tre attori principali e la relazione conflittuale tra i due fratelli che si scontrano e s’incontrano attraverso i ricordi. Applaudiamo all’interpretazione di Manuela Ventura nel suo ruolo di ragazza madre che con dignità e determinazione ritorna al paesello e si costruisce uno spazio importante. E ringraziamo la Sicilia Film Commission che ha prodotto un film che rende onore alla bellezza selvaggia di una Sicilia che non è solo mare e turismo. L’intero cast del film è stato presente all’anteprima in sala tra il pubblico che ha apprezzato e applaudito.
A seguire il primo film in concorso di questa 68esima edizione “American Murderer” del giovane regista Matthew Gentile, tratto da una storia veramente accaduta. Jason Derek Brown (Tom Pelphrey) finanzia il suo stile di vita lussuoso e dissoluto truffando e rubando. Quando i fondi sono finiti e la banca non gli fa più credito, Jason uccide un giovane porta valori per rubare 56.000 dollari, diventando così il più sfuggente criminale della top ten dei ricercatori dell’FBI. Il giovane regista italo americano ha dichiarato di aver voluto non solo raccontare di un affascinante truffatore e perverso assassino ma di voler esplorare le reazioni psicologiche e il fascino che tali criminali esercitano sul pubblico. Nel cast anche Ryan Phillippe, nei panni dell’agente speciale Lance Leising, che insegue Jason attraverso il sud ovest americano e si ritrova coinvolto in una rete di violenza, inganno e tradimento; Jacki Weaver (candidata all’Oscar per Il lato positivo), la vincitrice del Tony Award Idina Menzel, Shantel VanSanten, Paul Schneider, Moises Arias e Kevin Corrigan. Una true story che ti inchioda sulla poltrona e ti mostra un lato oscuro dell’America di oggi con i suoi enormi contrasti, la facilità di comprare armi e usarle e la drammaticità di alcune vite carismatiche nella negatività. Il film è stato proiettato alla presenza di tutti i protagonisti, della giuria (Noemi, Marco Borromei, Massimiliano Gallo, Aleem Khan) e dalla giuria popolare presieduta da Francesca Arena.
Milena Privitera