Taormina. Cala il sipario sulla 69esima edizione del Taormina Film Fest. L’ultimo atto si è svolto ieri sera al Teatro Antico e ha registrato il sold out. La serata è stata condotta dalla presidente dei giornalisti cinematografici Laura Delli Colli. In tale ambito sono stati consegnati anche il Premio Taormina Arte, realizzato dalla Maison Damiani, a Ficarra & Picone (premiati dall’assessore regionale al Turismo Elvira Amata); il Premio Nino Manfredi a Paola Minaccioni (che lo ha ricevuto dalla figlia dell’attore, Roberta) e il Premio Nastri d’Argento/Pinko a Lucrezia Guidone per la performance dell’anno. Presente sul palco per portare i saluti istituzionali il sindaco di Taormina, Cateno De Luca. Le serate del 69esimo Taormina Film Fest sono state condotte da Elvira Terranova.
“In meno di due mesi – ha dichiarato il co-direttore artistico Barrett Wissman – siamo riusciti a stilare un calendario ricco di numerose prime mondiali e attenzionare un pubblico interessante e multigenerazionale come ha dimostrato la cospicua affluenza registrata non solo al Teatro Antico ma durante le masterclass, con un target di spettatori che andava da studenti del liceo a persone della terza età. Ringrazio per questa opportunità ed indimenticabile esperienza la Fondazione Taormina Arte, le istituzioni e la stampa intervenuta e mi auguro che in futuro, con molto più tempo a disposizione, ci possano essere maggiori ambiti per offrire anche ai giovani, magari in altri periodi dell’anno, la possibilità di frequentare nuovi laboratori di ricerca sulle professioni dello spettacolo, non esclusivamente legate al cinema”.
La stagione di spettacolo dal vivo della Fondazione Taormina Arte partirà l’8 luglio e terminerà il 18 agosto con un cartellone che segna il ritorno alla produzione diretta della Fondazione nell’ambito dell’opera lirica.
Il primo allestimento in programma, Il Trittico pucciniano, è una coproduzione Taormina Arte e Opéra-théâtre de Metz, in collaborazione con la Fondazione Luciano Pavarotti: a presentarlo alla stampa, ieri mattina, c’erano Beatrice Venezi, che dirigerà la Taormina Arte Festival orchestra, il regista belga Paul-Emile Fourny, lo scenografo Patrick Méeüs, la costumista Giovanna Fiorentini e i protagonisti, un ensemble di note star della lirica – Marcelo Àlvarez, Massimo Cavalletti, Marco Ciaponi, Francesca Tiburzi e Annunziata Vestri – e giovani talenti selezionati dalla Fondazione Pavarotti. Lo spettacolo prevede una replica il 13 luglio e conta la partecipazione del coro lirico “Francesco Cilea” diretto da Claudio Bagnato.
“Per realizzare questo meraviglioso sogno – ha commentato Beatrice Venezi – abbiamo avuto un immenso capitale umano che è stato un significativo elemento propulsore e che ci ha consentito di lavorare insieme nel massimo afflato e anche divertimento. Con Nicoletta Mantovani abbiamo creato un’atmosfera da bottega per i giovani talenti, perché compito di un direttore artistico deve essere anche quello di ponderare le sue scelte già dalla selezione del cast. Questo modello di artigianato nel fare teatro rispecchia la nostra volontà di sviluppare e far crescere le maestranze del nostro made in Italy di eccellenza: non è un caso che il cast sia totalmente italiano e che tra i nostri principali obiettivi ci sia quello di supportare e far circolare le produzioni nazionali”.
“Montare un’opera in un sito archeologico – ha continuato Venezi – è decisamente una sfida, considerando non solo le questioni tecniche ma le avversità climatiche”.
In tale ambito lo studio della scena e dei movimenti è stato studiato attentamente dal regista, di origine belga, che ha raccontato la sua idea dell’acqua, sul proscenio del palcoscenico, in entrambe le opere.
“Se devo considerare un compositore di riferimento per come ha concepito l’azione da un punto di vista cinematografico – ha dichiarato Fourny – non posso non far riferimento a Puccini e in queste tre opere che metteremo in scena abbiamo dunque una prospettiva dal forte impatto visivo: la tragedia nel Tabarro, il misticismo in Suor Angelica e la commedia in Gianni Schicchi. Entrambe sono collegate da questo fiume che scorre inesorabilmente partendo dalla Senna, scenario della prima storia, per arrivare al convento e, da simbolo dell’acqua benedetta, trasformarsi nell’ultima opera in acqua putrida, fogna dei bassifondi di Gianni Schicchi”.
Se il baritono lucchese Massimo Cavalletti è alla sua prima volta a Taormina, intensa è la collaborazione già vissuta sul palco insieme a Marcelo Àlvarez, originario di Cordoba ma residente in Italia da svariati anni. E con loro il tenore Marco Ciaponi, il soprano Francesca Tiburzi e il contralto Annunziata Vestri che ieri hanno ricordato i diversi ruoli da loro interpretati nei tre atti unici, e parlato del loro afflato e dell’energia positiva che si è sprigionata fin dal primo momento, incrementata anche grazie a fortuiti e apprezzati incontri in città, in questi giorni di prova, con gli stessi taorminesi. Apprezzato molto anche il lavoro del metteur en scène: “Una regia che ci dà la possibilità di esprimere appieno le varie corde della nostra personalità, passando dal passato al futuro, dalla commedia dell’arte al verismo; un lavoro – hanno aggiunto – in assoluta sinergia con tutte le componenti di questo numeroso organico che dimostra le migliori qualità che ogni artista dovrebbe possedere: amore, dedizione, generosità”.
Durante la conferenza stampa conclusiva, un premio alla determinazione artistica è stato consegnato a Beatrice Venezi e Barrett Wissman dallo scultore Nino Ucchino, autore della celebre statua dedicata a Francis Ford Coppola a Savoca, che ritraeva una miniatura del grande regista de Il Padrino e numerosi altri capolavori.