Taormina. “Il 66° Taormina Film Fest è ormai al nastro di partenza. E per me, per noi, che abbiamo avuto il privilegio e l’onore di confezionarlo, è un piccolo miracolo di improvvisazione”: a dichiararlo è il direttore di produzione Marco Fallanca.
“Venti giorni – spiega Fallanca – sono pochi per restituire dignità e qualità alla programmazione in un momento così drammatico per l’industria e la distribuzione. Non sarà certo come lo avevamo sognato. Ma era doveroso rinnovarsi e reinventarsi. Lo dovevamo al pubblico e alla filiera festivaliera. E l’edizione, estemporanea sì ma con una selezione degna del prestigio della competizione diretta da Francesco Calogero, ha visto notevoli, e inattese, agli occhi maliziosi e nostalgici di molti, adesioni da parte di brillanti ed eccellenti stelle della Settima Arte. Nonostante le restrizioni e le difficoltà oggettive, temporali e logistiche, ne esce fuori un prodotto di qualità, che poteva essere molto di più ma anche molto meno. Sono stati 9 duri mesi di lavoro ma parecchio avversati, anche dal fuoco amico. Le persone e gli autori di un’edizione passano, il festival resta. E al fascino straordinario di Taormina rispondono tutti presente, specie quelli che vi hanno transitato, da Roman Polanski a Jack Nicholson. A una mia telefonata non ci ha pensato due volte, tra gli altri, quel grande Maestro che è Vittorio Storaro, 3 volte Premio Oscar, che già nel 2001 presentava al Teatro Antico la versione estesa di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, accompagnato da una suggestiva e ancestrale eruzione dell’Etna. O ancora Emmanuelle Seigner, magnifica interprete che alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha contribuito al Gran premio della giuria per J’Accuse, o l’incredibile istrione Willem Dafoe. E, per sfatare il mito che Taormina è un festival tutto a stelle e strisce o per divi sul viale del tramonto, ecco strizzare l’occhio all’Europa il fascino intergenerazionale di Nikolaj Coster-Waldau, volto del cinema di Ridley Scott, Susanne Bier e Brian De Palma, ma anche di un amatissimo fenomeno della serialità quale Il Trono di Spade. E, in tempi di Covid, è solo un assaggio di un dialogo serio e finalmente autonomo che apre alla prospettiva di una duratura collaborazione tra il festival e le principali agenzie internazionali”.
“In un momento storico così delicato e incerto per la realtà festivaliera nazionale – prosegue il direttore Fallanca – Taormina aveva bisogno di certezze e ha rimesso al centro una linea editoriale solida, competitiva e regolamentata, che insieme a Franco Cicero avevamo già lo scorso anno reintrodotto accanto ai premi storici. Il festival è di chi lo ama e, soprattutto, di chi lo conosce. E anche se c’è l’innovazione tecnologica dello streaming e della post-produzione, sarà lo sguardo attento e sapiente del direttore Leo Gullotta, come il Virgilio della Commedia, a guidare lo spettatore in un viaggio che troverà naturale coronamento nella cerimonia di chiusura del 19 luglio prossimo al Teatro Antico. Uno spettacolo unico, autentico, di un sito millenario che si rivela così, al naturale. Ed è una visione sempre più essenziale, irripetibile, impareggiabile. Ma il festival è un miracolo che si compie ancora una volta solo grazie al generoso sforzo produttivo e organizzativo di Videobank S.p.A., ancora di salvezza e faro luminoso per la sopravvivenza di un evento che altrimenti vivrebbe unicamente di ricordi. A Lino e a Maria va tutta la mia più sincera stima e gratitudine, per la fiducia accordatami e per la possibilità di lavorare al loro fianco. Sono lieto di dedicare quest’edizione alle persone più pazienti e visionarie che conosca. Buon 66° Taormina Film Fest a tutti”.