Taormina. Evento culturale di alto spessore quello organizzato nei giorni scorsi dalla sezione locale della Fidapa. L’associazione della “Perla dello Jonio”, infatti, ha incontrato l’imprenditore antimafia Andrea Vecchio, che durante la serata ha presentato il volume “Ricette di legalità”. Dopo i saluti della presidente della Fidapa, Franca Gulotta e dopo l’introduzione della vicepresidente Antonella Ferrara, ha preso la parola lo scrittore siciliano Domenico Seminerio. Quest’ultimo ha lodato il coraggio e l’integrità di un uomo che ha deciso di non abbassare la testa davanti alle intimidazioni mafiose. Andrea Vecchio, presidente della “Associazione nazionale costruttori edili” di Catania, è uno degli imprenditori più esposti sul piano della lotta alla criminalità organizzata. Sotto scorta da diversi anni per aver fatto arrestare alcuni uomini del clan Santapaola ai quali aveva rifiutato il pagamento del pizzo, è stato vittima negli ultimi tempi di una miriade di furti e attentati incendiari nei suoi cantieri. Molti i cittadini presenti alla serata, incuriositi da un libro che rappresenta un unicum, nella sua originale scelta di una forma narrativa che alterna un vero e proprio ricettario al crudo racconto dei casi di cronaca non edificante dei quali l’imprenditore è stato suo malgrado protagonista. ”Non dobbiamo accettare che certi soprusi siano considerati normali”: esordisce così Domenico Seminerio. Lo scrittore continua rivendicando il diritto alla normalità, da parte di chi vive una vita dove è necessario che l’ordinario sia la legalità e non il pizzo. E partendo dall’ormai lontano 1982, anno nel quale a casa dell’imprenditore arriva la prima telefonata anonima con la richiesta di un “pizzo” da 50.000 lire, attraverso le ricette e le passioni di una vita, si giunge al tremendo settembre del 2007 e alla sfilza di attentati incendiari che portano Vecchio quasi alla rovina. Ma proprio da quel settembre e dal coraggio dell’imprenditore catanese, prende il via la nuova stagione di ribellione degli imprenditori al racket delle estorsioni, che aprirà la nuova fase di Confindustria Sicilia. Quando la parola passa a lui, Andrea Vecchio si alza in piedi e dice: “Quell’uomo che avete descritto non sono io. Sono solo un uomo che vuole dimostrare che con coraggio e onestà si può sconfiggere la mafia”. Vecchio quasi si commuove quando ribadisce quanto sia inutile farsi pecore in mezzo ai lupi; e quanto sia necessario, invece, reagire senza avere paura. Perché, come disse Paolo Borsellino, “chi ha paura muore ogni giorno”.