Taormina. Il presidente dell’associazione “Gruppo Guide Sicilia Nord Orientale”, il taorminese Eddy Tronchet, denuncia il disinteresse delle autorità competenti in merito alle questioni relative all’archeologia subacquea nel mare della capitale siciliana del turismo. “Quanti relitti sono stati saccheggiati dai tombaroli subacquei – spiega Tronchet – nel corso degli ultimi 50 o 60 anni nel nostro territorio? Difficile farne una stima. Sicuramente le responsabilità sono di tutti noi, di un sistema gestionale inefficiente spesso inadatto alle nuove prospettive di ricerca e di fruizione del bene archeologico sottomarino. Negli anni ‘80 la sezione locale dell’Archeoclub d’Italia lanciò una serie di proposte in merito ai giacimenti subacquei regionali che andavamo scoprendo lungo la costa orientale. Antichi approdi come a Taormina, relitti carichi di anfore a S. Alessio, parti di relitti lungo la costa catanese, mattoni cotti, materiale architettonico, ancore litiche dell’età del bronzo, decine di ceppi d’ancore, una spada altomedievale, vasi e lucerne di bronzo, monete, vasellame: la lista è infinita dei reperti che andavamo individuando. La stima, per difetto, era di un relitto con il suo carico per miglia marina e di decine o centinaia di reperti per miglia marina in alcuni tratti della costa. Per un breve periodo vi fu una certa collaborazione tra la Sovrintendenza di Messina, l’Università di Catania e l’ente morale Archeoclub d’Italia Taormina, ma ben presto ci arenammo tutti su infinite discussioni di merito e competenze”.