Dallo scorso lunedì è entrato in vigore il decreto che introduce il Green pass “rafforzato”: vale solo per coloro che sono vaccinati o guariti dal Covid-19 e serve per accedere ad attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla ma deve essere utilizzato a partire dalla zona bianca per spettacoli, eventi sportivi, ristorazione al chiuso, feste, discoteche ed eventi pubblici. Per matrimoni, battesimi e comunioni basta il pass “base”, mentre per feste di compleanno e di laurea servirà quello “rafforzato”. In caso di passaggio in zona arancione, le restrizioni e le limitazioni non scattano, ma alle attività possono accedere i soli detentori del cosiddetto Super Green pass. Tranne che all’aperto: per pranzare fuori al ristorante anche in zona arancione non servirà nulla. Per prendere i mezzi pubblici sarà necessario avere almeno il Green pass “base”, che si ottiene con il solo tampone. Con il test negativo si potrà continuare ad andare a lavoro, in palestra, pernottare in albergo e poco altro. Sulla nuova misura adottata dal Governo, anche a Taormina e negli altri Comuni della riviera jonica, c’è chi è d’accordo e chi non lo è.
“Premetto che non sono un no-vax essendomi sottoposto a vaccino con molta tranquillità – spiega l’avvocato taorminese Corrado Attennante, che dirige insieme alla moglie Loredana Casablanca uno studio legale con sede a Furci – e che da uomo del XXI Secolo credo fermamente nella scienza e nella medicina, i cui risultati lampanti sono evidenti. Non condivido però le scelte politiche sin oggi adottate dal governo non solo nazionale ma sovranazionale ed internazionale, perché eccessivamente restrittive e palesemente violanti i principi costituzionali di libertà, di soggiorno, di spostamento, di autodeterminazione, del diritto all’istruzione e il diritto a non subire trattamenti sanitari contra voluntas. Dicevo di non essere un no-vax perché ho affrontato il vaccino con tranquillità, consapevole della percentuale di rischio, anche perché il bilancio costi-benefici propende decisamente a favore della sopravvivenza a fronte delle gravi ripercussioni in caso di contrazione del virus in carenza di copertura vaccinale. Ma sono altrettanto tollerante con chi questa scelta non la vuole fare, per paura, ignoranza o presa di posizione. E’ pur vero, ahinoi, che le informazioni sin oggi diffuse sulla pandemia, sui vaccini, sulle cause di mortalità dovute alla somministrazione dei vaccini sono quasi sempre errate, esposte frettolosamente e in assenza di chiare evidenze, sicchè il più delle volte si creano allarmismi e false verità, poi sconfessate dai fatti. Mi viene in mente la verità assoluta immediatamente diffusa su scala mondiale a mente della quale i bambini e gli adolescenti non contraevano il virus in maniera seria, verità oggi totalmente sconfessata e ritrattata solo per imporre la vaccinazione anche ai minori di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, così come hanno imposto la vaccinazione per i minori dai 12 anni in avanti, questione questa con la quale non sono d’accordo e per la quale sto valutando unitamente a mia moglie, avendo due figlie di 12 e 6 anni, quale decisione adottare, non essendo allo stato evidenti, rese note o conosciute le controindicazioni nel caso di somministrazione di vaccino sui minori nella fase dell’adolescenza, pubertà e crescita. Mi rendo anche conto, tuttavia, che il Super Green pass, così per come congegnato, è una misura estrema e palesemente inutile, posto che da un lato è resa obbligatoria solo per l’accesso alle cosiddette attività ludico, sportivo, gastronomico, cultural-mondano, ma totalmente disattesa per quelle che sono le esigenze ben più importanti concernenti la sicurezza nei luoghi di lavoro quali ad esempio i tribunali e le corti, le fabbriche, le scuole e comunque i luoghi pubblici, uffici etc., nei quali si deve accedere obbligatoriamente per ragioni di lavoro o di obbligo scolastico. Nel nostro contesto lavorativo, ad esempio, nessuna previsione è stata imposta o adottata, vanificando nella sostanza il principio che sottende all’introduzione del Super Green pass, ossia la netta divisione, e mancanza di incontro, tra soggetti vaccinati e non vaccinati. Personalmente, per come attualmente normativamente disciplinato, ritengo il Green pass e il Super Green pass una previsione inutile e non idonea a concretamente arginare la pandemia. Presenta piuttosto i caratteri di una coartazione imposta che confligge con i principi di libertà. Atteso che è allo stato impossibile imporre obbligatoriamente la vaccinazione, unico e solo rimedio atto a contenere concretamente la diffusione del virus, purtroppo impraticabile, propenderei per il libero arbitrio con le conseguenze del caso. In fin dei conti, secondo un’applicazione rigida delle regole probabilistiche, avrà sempre la peggio il non vaccinato, per cui a lui la scelta”.
“Da un paio di anni abbiamo assistito a uno stop all’economia – sottolinea Teresa Rammi, assessore ai Servizi sociali di Letojanni – e a una forma di paralisi della nostra vita sociale. L’introduzione del Green pass rafforzato è, in questa fase, un modo per evitare ulteriori e più drastiche limitazioni. Un modo per evitare che le attività siano costrette nuovamente ad abbassare le saracinesche, una soluzione certamente rigida ma necessaria. La misura è stata introdotta per vivere in serenità le prossime festività. Una massiccia adesione alla campagna vaccinale probabilmente avrebbe evitato l’introduzione del Super Green pass. Anche se molti non gradiscono questo provvedimento, bisogna capire che siamo ancora in emergenza e se vogliamo uscirne fuori occorre il buon senso da parte di tutti”.
“Io non sono d’accordo sul Super Green pass – afferma la cantante giardinese Federica Raneri, reduce da alcuni importanti successi artistici – e mi rendo conto che adesso si sta un po’ esagerando con queste misure. Io capisco che bisogna proteggersi e che bisogna proteggere gli altri. Capisco anche che è necessario fare il vaccino, ma c’è anche da dire che non tutti, soprattutto per motivi di salute, possono farsi somministrare il siero anti Covid-19”.
“In questo momento bisogna accettare queste disposizioni – dice la giornalista Milena Romeo, organizzatrice di eventi culturali di alto livello – perché la situazione è complicata. Per il bene di tutti e per un senso di responsabilità bisogna adeguarsi. Stiamo parlando tra l’altro di disposizioni che hanno un tempo. Per quanto riguarda il mio settore, secondo me è importante garantire la sicurezza. Chi va al teatro e al cinema deve stare tranquillo, senza temere di essere contagiato”.
“Ho già fatto la terza dose di vaccino – spiega Franco Gatto, direttore di Radio Empire – principalmente per scongiurare le limitazioni che le disposizioni di legge ci impongono. Mi fa piacere sottolineare che la nostra emittente radiofonica, che ha sede a Furci, rispetta scrupolosamente tutte le norme anti-Covid”.
“Il consiglio direttivo di Radio Empire ha deciso che anche negli studi di Furci, dal 6 dicembre – dice la conduttrice radiofonica Marika Mannino – potranno accedere solo persone in possesso di Super Green pass. Ci atteniamo diligentemente alla normativa anti-Covid e lo facciamo per tutelare i nostri collaboratori e gli ospiti che quotidianamente riceviamo negli studi della radio. in questo modo, riteniamo di fare del nostro meglio anche per tutta la collettività, per uscire il prima possibile da questa emergenza sanitaria”.
“Sono un convinto sostenitore della necessità di vaccinarsi – afferma il giornalista Orazio Leotta – tutti e al più presto. Anzi, si è perso troppo tempo prezioso. Sono d’accordo sul certificato verde rafforzato. Mi chiedo solo perché bisogna arrivare in un certo senso alle maniere forti, quando si poteva molto prima, fidandosi della scienza, giungere a una spontanea vaccinazione di massa, tra l’altro gratuita”.