Taormina. “L’elaborazione dei dati di novembre (in negativo con –17,81%, sia per gli italiani –17,35% sia per gli stranieri –17,93%, ma assolutamente marginale, rappresentando il mese con 17.291 pernottamenti neanche il 2% del movimento complessivo annuale) permette di analizzare la stagione turistica di Taormina dal 23 marzo al 4 novembre, arco temporale nel quale sono state operative circa l’80% delle strutture ricettive”: lo spiega Antonio Belcuore, dirigente responsabile del Servizio Turistico di Taormina. “Questo periodo – continua Belcuore – presenta un incremento del 3,83% rispetto allo stesso del 2011, dato da +7,44% di stranieri e da –9,55% di italiani (andando ad analizzare, invece, il periodo gennaio/novembre il risultato, pur sempre positivo, risulta inferiore di quasi un punto percentuale, +2,99% rispetto al +3,83%, con +6,65% di stranieri e –10,34% di italiani). Andando a leggere i dati del periodo per singolo mercato, presentano un segno positivo tutti quei paesi da sempre collegati con l’aeroporto di Catania (Germania +0,68%, Francia +2,03%, Irlanda +7,23%, Malta +28,01%) o che hanno nuovi collegamenti (Norvegia +49,86%, Romania +25,49%, Estonia +77,01%) ed i paesi fuori dall’area Euro (Russia +36,22%, Svizzera +10,04%, Regno Unito +18,76%, Stati Uniti +11,80%, Brasile +23,75%, Giappone +16,13%, Cina +27,00%, Australia +16,89%), mentre i paesi in grave crisi economica (Spagna –21,28%, Grecia –1,98%) o che hanno perso la frequenza dei collegamenti aerei o il fallimento di alcuni tour operators (Austria –8,88%, Belgio –3,98%, Danimarca –20,45%, Finlandia –14,50%, Paesi Bassi –7,70%) presentano conseguentemente un segno negativo. Sul mercato italiano la flessione riguarda tutte le regioni, fatta eccezione per la Sardegna, l’Umbria e le Marche. L’analisi per categoria ricettiva conferma quanto scritto nei mesi precedenti: gli alberghi a 5, 4 e 3 stelle presentano tutti il segno positivo e rappresentano quasi il 90% dell’ospitalità alberghiera nel suo complesso, a sancire il segmento di mercato medio-alto quale target di riferimento della Città. Anche il comparto extralberghiero fa registrare un +9,07%, anche se con 48.122 pernottamenti rappresenta appena il 5% delle presenze. Aumenta anche la permanenza media, che si avvicina sempre più alle 4 giornate, grazie ovviamente alla crescita del mercato straniero. Va evidenziato che il periodo 23 marzo/4 novembre rappresenta circa il 95% dei pernottamenti complessivi della destinazione, a conferma della tendenza degli ultimi anni a comprimere sempre più la stagione e restringerla al periodo che va dalla settimana antecedente la Pasqua al Ponte di Ognissanti. E ciò senza volere attribuire alcuna responsabilità alle imprese, che negli ultimi 5 anni hanno dovuto fare i conti con la crisi economica globale, con l’aumento delle imposte e soprattutto con un mercato che nell’ultimo decennio si è radicalmente modificato. Va ricordato che dalla stagione 1996/1997 fino alla stagione 2005/2006 Taormina aveva fatto registrare una media dii 150.000 pernottamenti nel periodo novembre/marzo, che rappresentavano circa il 20% del movimento complessivo dell’anno. Questo accadeva grazie ad una serie di iniziative, organizzate tra la metà degli novanta e gli inizi del millennio, dalla vecchia Azienda di Soggiorno, dall’Associazione Albergatori, da Taormina Arte e dal Comune, che individuarono quali partners Alitalia per il mercato americano, LTU per il mercato tedesco, Alpi Eagles ed Air One per il mercato italiano, con i quali si realizzarono delle speciali proposte per i mesi invernali, che diedero, come detto, i risultati sperati. E’ indubbio che tali iniziative non potranno mai essere sic et simpliciter replicate, perchè il turismo è completamente cambiato rispetto a 10/15 anni fa con l’avvento, all’epoca ancora in fieri, di internet, perchè è cambiato il trasporto aereo con l’avvento delle Low cost. Ma ciò non toglie che la necessità di riprendere rapporti e dialoghi direttamente con le compagnie aeree sia allo stesso modo necessario, se si vuole puntare al ritorno della Taormina d’Inverno, con indubbie refluenze positive sull’occupazione (anch’essa oggi sempre più stagionale) e sul tessuto imprenditoriale cittadino”.
Belcuore mi permetta, fino a quando i responsabili del turismo verrà gestito da persone che di turismo non sano neanche cosa signfica, sarà sempre un harakiri
Per fare un buon turismo all’Italia servono visione, metodo, governance, infrastrutture, idee, progetti, risorse: ma soprattuto servono menu guru e più persone.