Taormina. L’equipe siciliana che si occupa di cura e riabilitazione dell’acufene, formata dalla taorminese Daria Caminiti (otorinolaringoiatra e dottore di ricerca in Scienze audiologiche ed otorinolaringoiatre), dall’altra taorminese Milena Samperi (psicologa, specialista in Psicoterapia cognitivo comportamentale), da Eliseo Stefano Maini (ingegnere elettronico, dottore di ricerca in Bioingegneria, Ingegneria dei materiali e robotica, dottore in Scienze audioprotesiche) e da Antonio Bagnato (dottore in Scienze audioprotesiche), in data 11 novembre ha presenziato all’incontro “Diagnosi e terapia degli acufeni con TRT” organizzato da L. Del Bo (fondatore di “Fondazione Ascolta e Vivi” che si occupa di ricerca scientifica nell’ambito della sordità e dell’acufene, e “all’Associazione Ascolta e Vivi Onlus) e da U. Ambrosetti (audiologo presso IRCCS Policlinico di Milano) presso la sede Ismo di Milano. “All’incontro – spiega Daria Caminiti – hanno partecipato tutte le equipe dei centri di cura e riabilitazione dell’acufene di tutte le regioni d’Italia, ciascuna delle quali ha esposto i risultati ottenuti durante l’anno corrente riguardo al protocollo di lavoro e delle attività di ricerca scientifica in merito all’utilizzo di generatori di suoni nell’ambito della Tinnitus Retain Therapy. Nel primo anno di attività sono state effettuate diverse centinaia di applicazioni con il prodotto ReSound Live Ts, sistema combinato, che funge da mascheratore e da protesi acustica allo stesso tempo, in tutti i centri specializzati d’Italia. Da oggi la rete TRT nella cura dell’acufene fornisce un nuovo apparecchio ReSound Alera TS che sfrutta tutte le potenzialità del nuovo chip Wireless da 2,4 GHz. Quello dell’acufene è un mondo complesso, il 10% della popolazione soffre di acufene con regolarità, il 3-5% ha acufene trattabile clinicamente, l’1% dichiara di avere disagio grave. E’ un sintomo multifattoriale e patofisiologia ancora discussa, è un segnale di bassa intensità normalmente non percepito per un rapporto SNR sfavorevole. Molte patologie dell’orecchio e non solo possono slatentizzare un acufene controllato, quindi se la presa di coscienza è relativa, l’acufene tende ad attenuarsi alla risoluzione della patologia, ma non sempre è così (a tal proposito l’equipe si avvale di attenti collaboratori, sensibili al problema acufene, nell’ambito dell’osteopatia F. Crimi e A. Mento, di validi internisti, neurologi, cardiologi e angiologi). L’acufene provoca una riduzione della percezione acustica. Dal punto di vista neurofisiologico, acufene ed ipoacusia possono provocare fenomeni di rimodellamento del Snc che provocano la persistenza dell’acufene stesso. La patologia dell’orecchio induce una deprivazione e un cambiamento dell’equilibrio tra sistemi neuronali di inibizione e quelli di eccitazione determinando l’insorgenza e la permanenza del tinnitus. Durante l’incontro è stata sottolineata l’importanza di avere in equipe uno specialista otorinolaringoiatra definito da Del Bo, Physician in audiology open mind olistic approauch ossia un medico olistico che abbia un’apertura mentale a 360 gradi e abbia precise conoscenze anatomiche e fisiopatologiche dell’intero organismo. Dai concetti sopra illustrati si può evincere che è stata data moltissima importanza allo studio del modello neurofisiologico della TRT presentando molte innovative teorie di applicazione nell’ambito della cura dell’acufene che impegnano continuamente tutte le equipe nell’ambito anche della ricerca per poter creare sistemi sempre più innovativi e all’avanguardia nella cura del tinnitus. E’ importante sottolineare che questi apparecchi combinati che sfruttano il modello neurofisiologico della TRT sono terapie riabilitative certe, da usare unitamente ad un programma terapeutico individualizzato e ad una buona consulenza. Gli apparecchi combinati possono essere assai efficaci se usati in maniera appropriata, ma per ottenere il massimo beneficio vanno seguiti protocolli e procedure adeguate. Il nostro protocollo di lavoro prevede una visita preliminare da parte dell’otorinolaringoiatra il quale dovrà escludere eventuali patologie che possono provocare l’acufene ed eventualmente orientare il paziente alla terapia mirata (oltre alla TRT e alla terapia sonora esistono anche la terapia laser a basso livello energetico, terapie comportamentali, psicologici e molto altro). Successivamente, qualora il paziente fosse candidabile alla TRT, dovrà sottoporsi a cinque visite svolte in team (otorinolaringoiatra, psicologo e audioprotesista, ingegnere biomedico eventualmente osteopata, ortodontista) con cadenza periodica a quindici giorni, a un mese, a tre mesi e a sei mesi dalla prima visita. Il paziente affetto da acufene cronico rende distorto tutto il mondo sonoro, si stara infatti il rapporto con il suono e l’equipe ha il compito di resettarlo e di assuefare all’acufene il paziente aiutando il soggetto ad imparare a far fronte al tinnitus, processo gestito con delicatezza nell’arco di un certo periodo di tempo. Concludendo ad oggi il paziente acufenico che si sottopone a visita specialistica otorinolaringoiatrica, per capire la causa del suo sintomo e trovare una soluzione al suo problema, non può più essere rimandato dal medico con la classica risposta Non c’è niente da fare per il suo disturbo, deve convincerci”.