Taormina. Si chiama “correzione transcatetere della miocardiopatia ipertrofica” dei bambini la nuova procedura interventistica che sarà adottata al Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo-Bambino Gesù di Taormina già dal prossimo mese di luglio. Il nuovissimo trattamento, finora effettuato soltanto all’Ospedale Bambino Gesù di Roma appena due mesi fa, consentirà di rimandare il ricorso ad interventi cardiochirurgici molto più invasivi e quindi molto più rischiosi per i piccoli pazienti, quale, ad esempio, il trapianto. Nei bambini affetti da miocardiopatia ipertrofica, con il muscolo cardiaco talmente inspessito da ostruire l’uscita del ventricolo sinistro, si interverrà con un catetere che eliminerà questo eccessivo inspessimento, riducendo il grado di ostruzione e permettendo di guadagnare tempo fino al successivo trattamento. Si amplia, così, il capitolo degli interventi eseguiti in emodinamica nella modernissima sala del CCPM, migliorando ulteriormente i risultati già raggiunti fino ad oggi. Nel giro di pochi anni, grazie al perfezionamento delle tecniche interventistiche percutanee, il ricorso a interventi di cardiochirurgia si è ridotto del 20-30%. Una di queste tecniche, la “palliazione transacatetere”, consente di ampliare l’uscita del ventricolo destro, riducendo la cianosi nei bambini con particolari cardiopatie congenite, senza necessità di interventi chirurgici neonatali sempre particolarmente rischiosi. Un intervento di questo tipo è stato effettuato al CCPM la scorsa estate su un bimbo siciliano di 3 mesi. La nuova metodologia è stata presentata nei giorni scorsi dal direttore del Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo di Taormina, Giacomo Pongiglione, alla presenza del presidente del Bambino Gesù, Giuseppe Profiti, ai rappresentanti dei maggiori ospedali pediatrici del mondo venuti in visita al CCPM. L’occasione è il Children’s Hospital’s International Executive Forum (CHIEF), il meeting che raccoglie i presidenti e chief executive dei maggiori ospedali pediatrici internazionali per discutere del futuro della ricerca, della clinica e dell’organizzazione sanitaria dedicata alla cura dei piccoli pazienti in tutto il mondo. Aderiscono al Forum le eccellenze ospedaliere nordamericane, canadesi, ma anche australiane, israeliane, cinesi ed europee: dal Boston Children’s Hospital al Sainte-Justine Mother and Child University Hospital Center di Montreal; dal Royal Children’s Hospital di Parkville, in Australia, allo Schneider Children’s Medical Center of Israel; dal Chengdu Women’s and Children’s Hospital, nel sudovest della Cina, al Great Ormond Street di Londra. L’unico ospedale pediatrico italiano rappresentato è il Bambino Gesù. “Il nostro ospedale tra Roma e Taormina è assolutamente all’avanguardia rispetto ad alcune importanti realtà internazionali dove questo nuovo tipo di interventi non viene ancora eseguito, soprattutto nordamericani – spiega Pongiglione – in Italia abbiamo un accesso completo ai device, cioè agli strumenti che utilizziamo per gli interventi, rispetto ad esempio agli Stati Uniti dove questa disponibilità non esiste, a causa di problemi burocratici. Ciò consente ai medici italiani di effettuare interventi che presentano evidenti vantaggi rispetto alle operazioni chirurgiche, ancorché non definitivi”. “Il confronto con il meglio dell’assistenza ospedaliera pediatrica internazionale è per noi uno stimolo continuo a migliorarci – afferma il presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Giuseppe Profiti-. la scelta di Taormina come sede del Forum è la conferma che il nostro progetto sviluppo fondato sull’integrazione a livello internazionale, nazionale e regionale rappresenta un modello di interesse e di attrazione sia sotto il profilo clinico e scientifico, sia sotto il profilo dell’organizzazione sanitaria”. Nato nel 2010 da una convenzione tra la Regione Siciliana e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo assicura un’assistenza di elevata specializzazione cardiologica e cardiochirurgia sia per i bambini della Sicilia, sia per quelli degli altri Paesi del bacino del Mediterraneo affetti da cardiopatie congenite o acquisite. Solo nell’ultimo anno sono stati realizzati 185 interventi di cardiochirurgia di cui 149 a cuore aperto, 435 interventi in sala di emodinamica di cui 29 interventi “ibridi”, 19 interventi a mortalità zero per cuore sinistro ipoplastico, 16 interventi “on site” nelle strutture di Catania, Enna, Palermo e Ragusa.