Taormina. Si inaugurerà giovedì 16 giugno alle ore 19 all’Hotel San Domenico la mostra collettiva “Artisti geneticamente non modificati”, organizzata dalla storica Galleria Lombardi di Roma, con un catalogo edito dalla Net Global con testo dello storico dell’arte Andrea Romolo Barberini. Dopo essere stato presentato a Roma, alla Pinacoteca di Assisi e all’Excelsior di Catania, entro fine luglio le opere verranno esposte anche al Villa Igiea di Palermo e al Des Etrangers & Spa di Siracusa. La mostra sarà aperta dal consigliere di Stato Eugenio Mele. “Trattasi di una mostra identitaria – dice il curatore Enrico Lombardi – dove viene espresso con forza il concetto per cui la pittura risulta essere la tecnica più moderna e rivoluzionaria del momento. In un grande caos dove tutto è arte e tutto è permesso ritengo che il riportare l’arte ai valori tradizionali sia veramente anticonformista. Questo progetto nasce con l’ausilio di storici dell’arte come Sissi Aslan e Andrea Romoli Barberini e i pittori Solveig Cogliani, Angelo Colagrossi e Piero Mascetti, ma presto si avvarrà di altre eccellenze del mondo dell’arte che gradualmente stanno aderendo”. Le opere rimarranno esposte al San Domenico di Taormina fino al 25 giugno (ingresso libero). La pittura della Cogliani è il soffio di una trasfigurazione di chiara matrice espressionista che risolve sulla tela la necessità di rivivere e rileggere scampoli di vissuto attraverso la lente degli stati emotivi suscitati dall’esperienza stessa. Colagrossi presta alla sociologia gli strumenti della pittura per farsi efficace interprete degli effetti nefasti della “società liquida”. Le certezze della fisica diventano metafora della società espressa in pittura, drammatici titoli di coda di un ipotetico film sull’era post moderna. Piero Mascetti prende le mosse dalla memoria e dalla realtà, ma il suo dire pittorico sfrutta gli spunti offerti dall’esperienza di un’ordinaria quotidianità; ecco che il passato rappresenta lo stimolo creativo in forma di ricordo, quasi un pretesto che arma la mano del pittore che si incontra con il presente del qui e ora dell’azione, del fare con pennelli e colori.