Taormina. “Presentate nei giorni scorsi, al Ministero della Cultura, le prime due guide artistiche della Città di Taormina. Si tratta di due percorsi attraverso i tesori nascosti della Città”: a dichiararlo, il direttore di Casa Cuseni, Franco Spadaro.
“La prima, Arte Sacra – aggiunge Spadaro – è stata dedicata a La Corte Cailler, un prestigioso direttore del Museo della Città di Messina. La seconda, Dall’Arte di Bisanzio all’Art Nouveau ripercorre la storia della nostra città attraverso significativi monumenti. Presentate dal Museo di Casa Cuseni, vogliono essere un omaggio alle bellezze artistiche e monumentali della città ma anche un modo per riflettere sulle disabilità. E’ uno dei primi lavori in Italia nel loro genere, una guida artistica che percorre solo i monumenti veramente fruibili, in Sicilia il primo studiato per l’inclusività e la partecipazione alla cultura. Abbiamo selezionato, tra i tantissimi monumenti solo quelli realmente fruibili, con due eccezioni, la Chiesa di San Giuseppe, con i suoi pregiati stucchi e la Chiesa del Varò, con un affresco importantissimo, Il Trionfo della Croce. Due chiese, due luoghi della cultura bellissimi ma difficilmente accessibili per chi ha limitazioni fisiche: quanta bellezza, ogni giorno, è sottratta ai più deboli, agli utenti svantaggiati?”.
“Nella guida non abbiamo utilizzato il Simbolo internazionale di accesso (ISA), progettato da S. Koefed nel 1968 (l’uomo in carrozzina), ma abbiamo adottato, così come nel nostro Museo, il nuovo simbolo, del 2015, studiato dal Dipartimento della Informazione Pubblica delle Nazioni Unite di New York: Il simbolo richiama l’immagine dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, l’unione tra arte e scienza, e ricorda il cambio di paradigma da un modo di vedere la disabilità come un mondo separato, spesso riconducibile nell’immaginario collettivo alla sole persone su sedia a rotelle, a quello di considerare la disabilità come un tema che riguarda tutti nel tempo, ciascuno con le proprie abilità. E’ il nostro obiettivo, quello di abbattere non solo le barriere fisiche ma anche le barriere cognitive e sensoriali, per rendere il nostro Museo e questa città un bene per tutti”.