S. Teresa. La versatilità di un percorso didattico è la vera forza di un’istituzione, come la scuola italiana, che in questo particolare momento ha sul corpo più ferite aperte che cicatrici; La medesima versatilità rende critici, permettendo di applicare una coscienza culturale “risvegliata” in qualunque contesto, reso ulteriormente consapevole solo quando entra a contatto diretto con le nozioni apprese. Brolo ed il suo castello sono stati lo scenario perfetto per questo cocktail di nozioni ed esperienza sul campo pratico per i ragazzi liceali appena usciti dall’ambito ginnasiale. La roccaforte, nel XIII sec. residenza della principessa Bianca Lancia, moglie di Federico II e madre di Manfredi, è una meta ambita da chi compie studi umanistici, proprio per l’aria mistica che si respira e per la rilevante testimonianza storica e culturale che la nostra terra vanta. Collocato su un’altura rocciosa in funzione dell’avvistamento di eventuali pericoli via mare, attualmente è anche la sede del “Museo della pena e della tortura e ancora del “Museo delle armi e dell’araldica”; nei giorni scorsi ha ospitato gli studenti della I A e della I B del Liceo Classico di S. Teresa di Riva nell’ambito di un’attività organizzata dalla docente Carmelina Ferraro e dal docente Luca Donato del Dipartimento di Storia del Liceo. I ragazzi hanno partecipato con propensione ed interesse manifesto e per un giorno si sono catapultati in un’epoca che agli occhi dei tanti è quasi anacronistica, ma che anzi è un continuo processo verso la riscoperta di tesori storici nel territorio siculo che rendono la Trinacria patrimonio di ognuno di noi, del resto non si può dire di essere, se prima non si è stati.