S. Teresa. Per costruire un futuro di pace, di integrazione, di libertà e diritti comuni, per educare alla cittadinanza attiva e consapevole, la Scuola, che è lo specchio di quella che sarà la società del futuro, una società inclusiva e di eque opportunità, deve insegnare il dialogo e il confronto fra culture e l’umana solidarietà, l’accoglienza e il rispetto dell’altrui diversità. Per queste ragioni gli studenti delle classi IC e III B del Liceo Classico di Santa Teresa di Riva hanno visitato la “Moschea della Misericordia” di Catania, la più grande del Sud Italia, inaugurata nel dicembre del 2012 e costruita dalla comunità musulmana che, per comprare e ristrutturare un vecchio teatro, ha raccolto i fondi dei fedeli di tutto il mondo. La moschea non è solo un luogo di culto ma anche una scuola per imparare la lingua e la cultura araba. Gli studenti sono stati accolti da Souadou Lagdaf, etnia Saharawi, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Catania, sede di Ragusa, in “Storia dei paesi islamici” e poi hanno assistito alla spiegazione dell’algerino Kheit Abdelhafid, Imam e presidente della comunità islamica di Sicilia. E’ stato un incontro molto interessante ed istruttivo, perché gli alunni hanno avuto modo di ascoltare i principi della Sharia, la legge islamica e del Corano e hanno compreso che non bisogna avere pregiudizi sull’Islam, perché i veri credenti non sono integralisti e fanatici, ma uomini di pace e di tolleranza. “L’idea progettuale – ha sottolineato la docente Francesca Gullotta – è analizzare le tre culture-religioni dei Popoli del libro: Cristiani, Islamici, Ebrei, con approfondimenti teorici e incontri con testimoni ed esperti, affinché si comprenda la radice comune del monoteismo e soprattutto non si abbia timore della diversità. Poiché viviamo, infatti, in un periodo di intensi movimenti migratori, che favoriscono il mescolarsi di culture e di identità differenti, abbiamo l’obbligo formativo e morale di incoraggiare il dialogo, la valorizzazione del pluralismo culturale e l’educazione alla convivenza interculturale. Si deve insegnare dal vivo il rifiuto delle discriminazioni (dirette o indirette) fondate sulla nazionalità, l’etnia, la lingua o la religione, e promuovere l’importanza delle differenze culturali, in quanto parte indispensabile dell’identità personale e valore ispiratore della coesione sociale”.