Si è svolto domenica scorsa a Sinagra (in provincia di Messina) il primo appuntamento di “Ottobre si veste di giallo – Salotto letterario itinerante”, manifestazione culturale organizzata dalla Pro Loco di Sinagra diretta da Vincenza Mola nella sede di contrada Vecchia Marina.
Il primo degli appuntamenti ha ospitato Cesare Giorgianni, giornalista della Redazione di Messina del quotidiano La Sicilia. Il redattore, che in passato ha effettuato servizi da inviato anche nei paesi scandinavi (Svezia, Danimarca e Finlandia) e in Scozia (Isole Orcadi), ha presentato, per l’occasione, il suo primo impegno in qualità di “giallista”. Il secondo in ordine di tempo.
Un romanzo, “Morte a Taormina”, la cui trama, seppur frutto di fantasia, poggia radici in fatti storici realmente accaduti e contribuisce ad illustrare, tra un passaggio e l’altro, anche alcuni monumenti di eccezionale interesse artistico-architettonico della “Perla dello Jonio”.
Preciso l’intreccio della trama che si sviluppa attraverso fatti e personaggi ambientati nel “paese” Taormina. “Una storia dal basso (si legge nella postfazione di Giuseppe Restifo dell’Università di Messina) dei suoi “paesani” senza i turisti… Ma all’interno di un paese, oltre alla storia collettiva, si muovono poi le vicende personali, le vicissitudini di sofferenze che si vorrebbero rimuovere, le traversie di segreti inconfessabili che serpeggiano sotto la vernice della pacifica e conformistica convivenza”.
Un “giallo”, questo, arricchito da oltre un centinaio di cartoline d’epoca (realizzate nei primi Anni Novanta) i cui cartoncini originali appartengono allo stesso autore, vicepresidente del Circolo Filatelico Peloritano di Messina e collezionista di antiche immagini della Città dello Stretto e della sua provincia.
Nell’occasione, Cesare Giorgianni ha presentato anche il suo primo romanzo, dedicato al padre Alfredo, prigioniero, durante la Seconda Guerra Mondiale, in un campo di concentramento nazista nella Germania del Nord. “Baracche e schiavitù nell’Europa del XX Secolo” è un autentico racconto in “presa diretta”, quasi un’intervista, sulle condizioni in cui si trovarono a dover “sopravvivere” i soldati italiani all’indomani dell’Armistizio dell’8 settembre del 1943.
Un racconto “vero”, di un messinese sopravvissuto allo stalag, al dramma del campo di concentramento, che Cesare Giorgianni intende far conoscere soprattutto alle nuove generazioni, affinchè rimanga inalterato nel tempo, nei loro sentimenti, il grande valore della famiglia.
A parlare ai loro cuori saranno le pagine della storia vissuta al di qua del filo spinato.