Taormina. “L’arte è arte, non ha minor valore se impressa su d’un muro piuttosto che su una tela. Come tutte le cose, perfino l’arte può non piacere: la stessa rappresentazione può suscitare, nello stesso momento, in persone diverse, emozioni contrapposte. Mai si può giustificare o tollerare il vandalismo fine a se stesso”: a scriverlo, in una nota, è Piero Benigni, coordinatore cittadino del Pd.
“Quando poi l’atto è motivato da fini politici, tra l’altro del tutto discutibili – prosegue la nota – ciò assume un significato del tutto intollerabile. Pare, in quanto si è pubblicamente autodenunciato, che un noto esponente della Destra taorminese abbia imbrattato con una bomboletta spray i volti di un murales di un famoso artista, per capirci, quello che ha genialmente rappresentato un intenso bacio tra Salvini e Di Maio”.
“Si è trattato di un vero e proprio atto politico, da parte di qualcuno forse in cerca di visibilità in occasione della visita di Salvini, atteso l’11 agosto a Taormina a comiziare. Aver compiuto un atto di contro-vandalismo per ragioni pseudo ideologiche è quanto di più aberrante l’attuale momento storico e politico ci possa consegnare”.
“Il murales, ovviamente provocatorio, ritraeva Carola Rackete con in braccio un bimbo nero, Santa Carola protettrice dei rifugiati: chiaro. Per cui, in nome di quale italianità, esaltata in un pizzino prima affisso e poi stracciato, viene imbracciato il fucile gassoso della censura? Quella del petto percosso penitente nei sacri valori della famiglia o quella del cinismo ributtante del lasciateli affogare?”.
“Come Circolo del Partito Democratico di Taormina, non intendiamo diluire lo spray del fanatismo con l’acquaragia della minimizzazione. Affinché nessuno abbia la brillante idea di raccontare il fatto al rovescio, che in fondo si tratta di muri imbrattati e che non è forse anche questo diritto di critica? Condanniamo fortemente la bravata, che nasconde qualcosa di molto più bellicosamente profondo: il rancore delirante di una società divenuta odialmente conflittuale, l’idolatria dell’uomo forte che proteggerà i sacri confini della patria oppressa dall’invasore: un bambino nero in braccio ad una navigante tedesca”.
“C’è un’altra Italia, sia chiaro a tutti, un’Italia degli Italiani: quelli emigranti e morti oggi, sessant’anni fa a Marsinelle; quelli del volontariato; quelli del lavoro e della costituzione; quelli dei veri valori socialisti e cattolici; quelli della solidarietà. A questi cittadini ci rivolgiamo chiedendo di non abbassare la guardia, non dare per assodati e definitivi i valori strappati alle barbarie del ventesimo secolo: la democrazia è la pillola giornaliera, somministrata per contrastare la malattia cronica dell’individualismo e del razzismo”.