Taormina. Un incontro casuale durante una serata di beneficenza del Centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo “Bambino Gesù” a Taormina, la domanda di un videomaker a un medico sulla possibilità di partire con i medici in missione e documentarne l’operato, un volo per la Tanzania appena due mesi dopo.
Comincia così il rapporto tra l’operatore video messinese Matteo Arrigo e il primario del Centro di Cardiochirurgia di Taormina, Sasha Agati.
“Ho sempre viaggiato in vita mia – afferma Matteo Arrigo – visitando una sessantina di Paesi nel mondo. Da anni sentivo l’esigenza di conciliare il mio lavoro di video operatore e fotografo con qualche iniziativa di beneficenza, avevo la necessità di raccontare storie di vita e fare volontariato”.
Il desiderio si concretizza con l’attività dei medici della capitale siciliana del turismo e cosi Arrigo diventa il “reporter delle missioni umanitarie”.
“All’inizio è stata un’esperienza molto forte per me che non sono medico, non è facile muoversi e raccontare in maniera pulita un contesto complesso, in ospedali e sale operatorie, un ambiente già normalmente difficile, amplificato dal fatto che i pazienti sono tutti i bambini e che spesso ci troviamo in zone del mondo povere e con pochi servizi”.
Dopo quel primo viaggio in Tanzania, sono arrivate altre missioni: l’India, la Namibia, ancora la Tanzania e per ultima la Libia lo scorso gennaio. Da ogni missione sono venuti fuori dei video-reportage, dove Arrigo racconta l’attività dei medici attraverso le storie dei piccoli pazienti, dei genitori e degli abitanti del posto. Immagini reali e crude, ma che servono a lasciare dei messaggi.
“Le foto e i video che realizzo non servono sicuramente al tanzano o all’indiano, cerco sempre di inserire dei messaggi, voglio che i video siano un mezzo di comprensione, stimolo a chi poi li vedrà in Italia. Organizziamo vari incontri nelle scuole, veniamo invitati da parrocchie e associazioni durante i quali spieghiamo l’importanza del volontariato. Mostrare alla gente le condizioni di vita di alcuni popoli deve servire da stimolo a noi per affrontare le nostre sfide quotidiane, per tornare a credere ancora nella bontà dell’uomo, per realizzare ancora con i gesti i piccoli miracoli quotidiani che abbiamo perso”.
“Il viaggio è un’esperienza che ha avuto il potere di cambiarmi dentro. È stata una lente attraverso la quale osservare il mondo e me stesso. Vedere le cose da altre angolazioni mi è servito a dare loro il giusto valore. Ha aumentato in me il senso della tolleranza e del rispetto verso l’altro. Per essere felice, credo che la vita debba essere semplice, e di qualche utilità per gli altri. Per questo continuerò a viaggiare”.
Al margine delle missioni, vengono organizzate da qualche tempo delle raccolte di vestiti e giocattoli che medici e infermieri regalano poi ai bambini che visitano, alle scuole e agli orfanotrofi, raccolte nelle quali Arrigo è spesso in prima linea.
“Da semplice operatore video, ho cercato di diventare parte utile e operativa durante le missioni. Ci sono cose nella vita che hanno un valore maggiore del loro peso, costo, o ingombro. Il sorriso che riceviamo quando regaliamo qualcosa ai bambini vale più di tutta la fatica fatta per arrivare fin li. Per questo ringrazio l’associazione Avulss, i volontari e le mamme, i bambini, le parrocchie, le farmacie che ogni volta donano con il cuore, quando sono in missione sento di rappresentare tutti loro”.
“Prima della partenza per la Tanzania il primario Agati mi aveva detto che dal viaggio avrei ricevuto molto di più di quello che sarei riuscito a dare loro. Ad oggi posso dire che ha avuto pienamente ragione. Raggiungere le terra degli ultimi mi ha permesso di godere lo spettacolo della vita dalla prima fila. Per questo non finirò mai di ringraziarlo per la possibilità che mi ha dato, oggi che per me non è più il dottore Agati, ma posso chiamarlo Sasha, come un vero amico”.