Catania. Su proposta del direttore della Dia, Arturo De Felice, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, ha emesso un provvedimento di confisca nei confronti di un uomo (classe 1947), già condannato per mafia. Con il decreto è stata disposta la confisca di una impresa individuale di Letojanni e dell’intero compendio aziendale di 2 società di costruzioni edili, operanti nella città etnea, il cui capitale sociale era stato fittiziamente intestato dal soggetto mafioso ai figli. Le indagini patrimoniali, espletate dalla Dia e scaturite dall’utilizzazione degli strumenti di analisi dei flussi finanziari in possesso della struttura antimafia a contrasto del riciclaggio di denaro, avevano evidenziato consistenti profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto dai soggetti indagati, tali da fondare la presunzione, accolta dal Tribunale, di una illecita acquisizione patrimoniale. L’uomo era cointeressato nella costituzione di una Srl, con un altro socio (per il tramite della moglie), condannato più volte per associazione mafiosa e che si trova attualmente detenuto, per gravi delitti, per scontare una sentenza ad anni 13 e mesi 4 di reclusione emessa in primo grado lo scorso anno dal Tribunale di Catania. Nei confronti di quest’ultimo sempre il Centro Operativo della Direzione investigativa antimafia di Catania, diretto dal primo dirigente della Polizia di Stato, Renato Panvino, lo scorso 12 febbraio aveva proceduto alla confisca di beni per oltre 2 milioni di euro, in esecuzione di un analogo provvedimento della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale etneo. Oggi, i suddetti beni sono stati colpiti dalla confisca, per un valore complessivo di circa 2 milioni e 800 mila euro ed acquisiti al patrimonio dello Stato. Le società confiscate sono due Srl con sede a Catania, un’impresa individuale con sede a Letoianni e un motoveicolo.