Milano. Luca Serafini torna il libreria con “Lady Stalker”. Il famoso giornalista e scrittore milanese, nella sua nuova opera letteraria, ricostruisce la storia di Joan Sumpton che a 80 anni è diventata criminale “ma solo per obbedire al suo senso di giustizia e alla sua volontà di rimettere insieme la famiglia”.
Lady Stalker
(ispirato alla vera storia di Joan Sumpton)
Nel 1999, a 75 anni la vita di Betsy Stawnton di Talybont (Galles del Nord), vedova, subisce una svolta inattesa: la sorella minore Doreen, l’unica con la quale è riuscita a rimanere in contatto nel tempo, muore e lascia in testamento un’eredità di 400.000 sterline, metà al suo compagno Waldon (nel frattempo deceduto a sua volta) e metà a Betsy.
Betsy supplica un avvocato e un sacerdote affinché la aiutino a trovare Gladys e Wade, gli altri due fratelli dei quali non ha più notizia dal 1945, quando ognuno di loro aveva lasciato il durissimo orfanotrofio “Beeston” dove erano stati lasciati dal padre – rimasto vedovo – e dove erano cresciuti. Vuole dividere con loro l’eredità.
Con il passare dei mesi trova Judith, la figlia di Gladys della quale la nipote racconterà essersi suicidata molti anni prima, infine trova Wade il quale, vedovo, vive con la figlia Magdalene (separata) e i tre giovani nipoti. Dopo un primo contatto euforico in cui Betsy gli dice di voler dividere in tre l’eredità, il fratello prende le distanze: le rivela che uscita dall’orfanotrofio Gladys fu adottata e dunque ha perso i diritti ereditari con loro. Betsy (che nel frattempo ha quasi 80 anni) non sente ragione, accusa di avidità il fratello, inizia una guerra furiosa nei confronti di Wade e – di riflesso – Magdalene per convincerli a dividere il patrimonio anche con Judith.
Manda loro una lettera contenente fertilizzante che spaccia per antracite, viene denunciata e multata. Tappezza il paese di campagna dove vive il fratello con manifesti di denuncia, affiggendoli sui muri, sulle panchine, persino sul dorso di una mandria di mucche. Gli spedisce in momenti diversi decine di vecchie fotografie dei 4 fratelli insieme nell’orfanotrofio. Sempre in vestaglia, cappotto e stivali si reca all’ospedale dove lavora Magdalene e, fingendosi una terrorista, scaraventa due bottigliette di vernice al suolo. Viene arrestata con l’accusa di vandalismo. Si incatena alla panca della cella. Finisce sulle pagine dei giornali nazionali, diventando una celebrità. Prosegue la sua battaglia, sorda alle suppliche di Judith, delle amiche, del suo avvocato e del sacerdote che la esortano a rinunciare.
Betsy non si arrende: organizza un sit-in davanti alla redazione di un giornale. Confeziona la coda tagliata al topo cui ha dato la caccia per mesi nel giardino di casa, e la spedisce al fratello. Comincia a scrivere una lettera al mese, una alla settimana, infine una al giorno per quasi un anno (duecento missive in tutto), insultando fratello e nipote ed esortandoli a dividere in tre l’eredità. Subisce un ordine di restrizione che viola spedendo un coltello al fratello e alla nipote, il giudice la ferma definitivamente: dovrà pagare le multe arretrate e scontare gli arresti domiciliari, sommando la pena per tutte le denunce precedenti.
Sono passati quasi 8 anni dal giorno della morte di Doreen. Quando l’avvocato comunica a Betsy che un legale rappresentante di suo fratello vuole trovare un accordo, lei prepara l’ultimo colpo di scena: lascia la sua parte ai 3 figli di Magdalene: “Ho commesso cose stupide, ho tormentato la vostra famiglia, ma forse adesso avrete finalmente capito perché l’ho fatto. Non mi interessavano i soldi: io volevo soltanto riunire la nostra famiglia”.
L’autore
Luca Serafini
Nato a Milano, 12 agosto 1961
Dopo aver completato gli studi di scuola media superiore presso l’Istituto Gonzaga di Milano, si trasferisce a Brescia dove già a 18 anni lavora presso la redazione del quotidiano del pomeriggio “La Notte” e collabora per alcune testate radiotelevisive locali (Brescia Telenord, Radio Luna). Si occupa di cronaca nera e sport. Nel 1983 si trasferisce a Bergamo dove, con Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro, si insedia al quotidiano “Bergamo-oggi” sempre occupandosi di cronaca nera e di sport la domenica. Collabora con “Telemeridiana” di Bergamo.
Nel 1984 passa al mensile “SuperGol” (Peruzzo editore) fondato e diretto da Maurizio Mosca, col quale comincia a collaborare presso la redazione sportiva di Mediaset.
Nel 1986 passa alla “Silvio Berlusconi Editore – Gruppo TV Sorrisi&Canzoni” alla redazione di “Forza Milan!” diretto da Gigi Vesigna. Collabora a Mediaset ai programmi “Mundial”, “Calciomania”, “Guida al campionato”, “Pressing”.
Nel 1991 è caporedattore a Tele+ con direttore Rino Tommasi prima e Aldo Biscardi poi.
Nel 1996 viene assunto a SportMediaset dove cura programmi, servizi, notiziari. Dal 2002 al 2007 è condirettore con Ettore Rognoni del settimanale cartaceo “Controcampo”.
Opinionista per Telenova, ora per Sportitalia e 7GoldSport, oltre che per numerose radio private nazionali, ha curato e condotto programmi radio, tv e su YouTube e rubriche su settimanali con Diego Abatantuono.
PUBBLICAZIONI
“La vita è rotonda”, Rizzoli, con Maurizio Mosca, 1998.
“L’oro di Sheva”, Giunti, 2004.
“Il libro delle liste sul calcio”, Sperling&Kupfer, 2006.
“Calcinculo”, Edizioni Controcampo, con Diego Abatantuono, 2007.
“Soianìto”, Gruppo Editoriale Viator, 2010 (narrativa).
“La vita è una”, Rizzoli, con Martina Colombari, 2011.
“Sembra facile”, Gruppo Editoriale Viator, con Ugo Conti, 2011.
“La rivoluzione di Giuseppe”, Gruppo Editoriale Viator, 2014.