Taormina. I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Taormina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di due soggetti ritenuti affiliati a un noto clan mafioso catanese poiché ritenuti responsabili in concorso di tentata estorsione. Il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso – al termine di una complessa e delicata attività d’indagine – dal Gip del Tribunale di Messina, Daria Orlando, su richiesta avanzata dal Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, Giuseppe Verzera, che nel concordare appieno con le risultanze emerse nel corso delle indagini dei carabinieri ha ravvisato a carico degli indagati gravi elementi indiziari in ordine ai reati di tentata estorsione e violenza/minaccia per costringere a commettere un reato con l’aggravante di essersi avvalsi della forza intimidatrice derivante dalla notoria appartenenza alle organizzazioni criminali riconducibili a un noto gruppo mafioso. A finire in manette L. P., nato a Riposto, classe 1950, in atto sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno e A. P., nato a Taormina, classe 1978, entrambi pluripregiudicati e residenti nel Comune di Fiumefreddo. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Taormina erano state avviate la scorsa estate, quando i due malviventi, unitamente ad altri soggetti, sul conto dei quali sono in corso ulteriori accertamenti, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al su menzionato sodalizio mafioso, avevano convinto con l’inganno un commerciante del comprensorio taorminese, a seguirli presso una località isolata del Comune di Fiumefreddo, dove gli avevano intimato di consegnare la somma di 20.000 euro. La “particolare” richiesta di denaro esplicitata dai due malviventi sarebbe servita quale “risarcimento” per la denuncia sporta dalla vittima, nel settembre del 2005, nei confronti del citato A. P., che all’epoca avrebbe richiesto all’esercente il pagamento del “pizzo”. A seguito della denuncia del commerciante, era stato iscritto presso la Procura della Repubblica di Messina un procedimento penale che è ancora in corso di trattazione. Nel corso delle indagini, è altresì emerso che alla vittima era stato altresì intimato di ritrattare la propria deposizione in relazione alla citata richiesta di “pizzo”. All’uomo (A. P.) il provvedimento cautelare è stato notificato direttamente presso il carcere di Catania-Bicocca dove, in atto, lo stesso si trova detenuto per altra causa, mentre L. P., dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso il citato istituto di pena.