Taormina. Alle prime luci dell’alba i Carabinieri della Compagnia di Taormina diretti dal capitano Arcangelo Maiello hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice delle Indagine Preliminari di Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un gruppo di scassinatori seriali catanesi. Ben 5 pluripregiudicati dimoranti a Catania sono stati raggiunti dalla misura cautelare coercitiva: per uno si sono aperte le porte del carcere mentre gli altri quattro sono stati posti agli arresti domiciliari.
Gli arrestati dovranno rispondere del reato di furto aggravato in concorso ai danni del supermercato “Conad” situato nel centro cittadino di Gaggi. Le indagini sono state avviate alla fine del settembre del 2016, a seguito della denuncia sporta dal titolare del suddetto supermercato il quale, nella notte tra il 24 ed il 25, aveva subito un furto aggravato presso il proprio esercizio commerciale per un valore complessivo di oltre 35 mila euro tra controvalore della merce sottratta e danni patiti.
Gli inquirenti sin da subito, acquisivano le registrazioni dell’impianto di videosorveglianza del locale da cui si rilevava la presenza di cinque individui che, approfittando dell’oscurità della notte, avevano forzato la porta del magazzino posto nel retro del negozio e si erano introdotti all’interno dei locali commerciali.
Questo era l’incipit investigativo che permetteva ai militari della locale Stazione Carabinieri di Graniti di avviare l’indagine cui si univa l’intuizione che i ladri potessero avere effettuato un sopralluogo per studiare il colpo nei giorni immediatamente precedenti.
I carabinieri iniziavano, pertanto, una certosina analisi dei filmati del sistema di videosorveglianza, individuando due soggetti che il giorno prima si aggiravano nel locale con fare sospetto. Si trattava per l’appunto di due soggetti ben noti alle forze dell’ordine e con numerosi precedenti specifici, i quali erano all’interno del supermercato studiandone la pianta.
Nella specifica circostanza, correttamente interpretata dagli inquirenti come un vero e proprio “sopralluogo”, veniva identificato anche un terzo complice il quale aveva accompagnato i primi due a bordo di un’autovettura e, con questo veicolo a conclusione dell’attività di osservazione, li recuperava.
Sin da subito è apparsa chiara l’incontrovertibile somiglianza dei soggetti individuati nel “sopralluogo” del giorno precedente con alcuni degli autori del furto circostanza non certo casuale anche in considerazione del breve arco temporale rispetto alla commissione del reato, avvalorata dal fatto che uno di questi indossava abiti del tutti simili a quelli utilizzati durante il citato sopralluogo.
Un’ulteriore prova fondante per gli investigatori è stata l’analisi e lo studio dei tabulati di traffico telefonico delle utenze in uso ai rei. Infatti – attraverso i numerosi contatti tra le utenze oggetto d’indagine nella fascia oraria notturna interessata al reato e l’analisi delle celle telefoniche agganciate dalle utenze – gli inquirenti sono riusciti a tracciare il percorso compiuto dagli indagati provenienti da Catania e diretti proprio a Gaggi in concomitanza con l’ora del reato.
Le riprese del sistema di videosorveglianza hanno inoltre evidenziato la professionalità e l’organizzazione dei cinque soggetti costituenti il gruppo criminoso, ognuno dei quali svolgeva un compito specifico.
Difatti mentre tre si impossessavano della refurtiva, gli altri due fungevano da palo a bordo di un autovettura che faceva la ronda per le vie del paese con l’evidente compito di avvertire i propri complici all’eventuale sopraggiungere delle forze dell’ordine.
Nonostante la professionalità dimostrata, un ulteriore errore è stato commesso da uno dei rei che chiamava con il nome di battesimo un complice che in quel momento era impegnato a rovistare nelle casse del locale, questi infastidito dall’errore del complice reagiva stizzito colpendo il complice alla spalla. La merce rubata veniva caricata su un furgone sottratto poco prima proprio allo scopo.
Il veicolo veniva parcheggiato all’ingresso del magazzino e rapidamente caricato da tutti i ladri, dopo un’attenta selezione della merce di maggior valore. Il furgone rubato con il carico sottratto si allontanava con la staffetta dell’autovettura che lo anticipava per prevenire eventuali controlli delle forze dell’ordine.
Le risultanze investigative portavano quindi a ritenere oltremodo sussistenti le esigenze cautelari a carico dei cinque scassinatori, che come già sottolineato sono tutti gravati da precedenti specifici e dediti in maniera pressoché professionale alla commissione di reati contro il patrimonio.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, consentiva pertanto di giungere all’applicazione di idonea misura cautelare nei confronti dei cinque per furto aggravato in concorso. Espletate le formalità di rito, gli indagati sono stati posti a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.