A cinque anni dalla scomparsa di Sebastiano Tusa, la Regione Siciliana ricorderà il grande archeologo e assessore ai Beni culturali con un’intera giornata dedicata al suo straordinario contributo al patrimonio archeologico e artistico. Domenica 10 marzo 2024, infatti, tutti i luoghi della cultura (tra cui il Teatro Antico di Taormina) saranno aperti gratuitamente e proporranno diverse iniziative per celebrare il ricordo e apprezzare l’eredità del grande studioso siciliano, tragicamente scomparso in un disastro aereo avvenuto in Etiopia il 10 marzo 2019.
«Per la Sicilia è un dovere morale celebrare la figura di Sebastiano Tusa – dichiara il presidente della Regione, Renato Schifani. Altrettanto doveroso è dare l’opportunità a quanti più cittadini possibile di poter ammirare, con giornate come quella del 10 marzo, l’inestimabile tesoro culturale che lui stesso ha contribuito a riportare alla luce e a valorizzare. Invitiamo tutti quanti a cogliere quest’occasione per apprezzare un patrimonio storico-artistico che appartiene alla Sicilia e al mondo intero».
«Questo evento speciale – afferma l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – offre a tutti l’opportunità di riflettere sull’importanza della conservazione del patrimonio culturale e di onorare la memoria di una figura così influente nel campo dell’archeologia e della valorizzazione dei beni culturali».
GIARDINI NAXOS: “IL CASTELLO DI SCHISÒ DA ROCCAFORTE A MUSEO, MILLE STORIE DA SCOPRIRE”
In occasione della “Giornata dei beni culturali siciliani” dedicata alla memoria dell’archeologo Sebastiano Tusa, il Parco Archeologico Naxos Taormina diretto da Gabriella Tigano organizza al Museo di Naxos un incontro con il pubblico per parlare del Castello di Schisò e dei lavori di recupero, restauro e rifunzionalizzazione che ne faranno il futuro polo museale di Giardini Naxos. Si inizia alle ore 17.
L’incontro si intitola “Il Castello di Schisò: da roccaforte a museo, mille storie da scoprire”: in programma gli interventi della stessa Tigano, che inquadrerà il complesso architettonico sotto il profilo storico e archeologico sulle tracce dei documenti d’archivio e dei recenti rinvenimenti della campagna di scavo avviata nella primavera del 2021 insieme al primo intervento di restauro dei tetti e messa in sicurezza.
A seguire il direttore dei lavori, Arturo Alberti, architetto con una lunga esperienza nel restauro di monumenti architettonici, riferirà al pubblico sui primi risultati dei lavori di questi due anni che partivano dalla necessaria conoscenza dei luoghi: un’operazione di indagine e recupero della memoria di uno spazio che fino alla metà del secolo scorso, insieme all’edificio storico e alla cappella annessa, include anche uno storico stabilimento per la lavorazione e il commercio degli agrumi e che adesso si configura come un esempio di archeologia industriale.
Il Castello di Schisò – acquistato dal Parco Naxos Taormina nel 2018 e da allora fra i beni della Regione Siciliana – si trova nell’estrema punta della baia di Naxos, eretto su uno sperone di roccia lavica dell’Etna datata dai vulcanologi dell’INGV di Catania intorno al 9000 a.C. Il complesso monumentale è un vero palinsesto, ossia una stratificazione di edifici che risalgono probabilmente al XII-XIII secolo, ossia quando venne eretta questa roccaforte con una serie di torri angolari attraverso cui vigilare sulla Baia di Naxos, sia per difendere la popolazione da eventuali invasioni nemiche, sia per controllare il traffico mercantile per l’esazione delle tasse.