Giardini. Un altro arresto “eccellente” nell’ambito dell’operazione dei carabinieri della Compagnia di Taormina denominata “Operazione Naxos” e scaturita a seguito della cessione della “mazzetta” da 2.000 euro consegnata da un imprenditore a un consigliere comunale di Giardini, per “velocizzare” il pagamento di alcuni lavori appaltati dall’Amministrazione Comunale. Come si ricorderà, lo scorso 21 giugno, i carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Taormina, nell’ambito di articolate indagini in corso da diverso tempo e relative a presunti abusi nella gestione della cosa pubblica giardinese, a seguito di un servizio di appostamento, sorprendevano un consigliere comunale giardinese mentre riceveva da un imprenditore una busta contenente 2.000 euro in contanti. L’imprenditore, bloccato immediatamente dopo le fasi della “consegna”, inizialmente ha negato tutto, ma stante l’evidenza dei fatti e sotto le incalzanti domande dei carabinieri, alla fine è stato costretto ad ammettere che quei soldi gli erano stati chiesti quale compenso al fine di ottenere delle agevolazioni. I carabinieri hanno così proceduto all’arresto in flagranza di reato del consigliere comunale giardinese, poiché ritenuto responsabile di concussione, ma gli approfondimenti investigativi dei militari dell’Arma di Taormina hanno poi permesso di individuare anche un complice “occulto”, un pregiudicato del luogo, nato a Catania, classe 1976, il quale, qualificandosi come referente locale di un clan mafioso catanese, avrebbe concorso nel reato di concussione, con l’aggravante di essersi avvalso della forza intimidatrice derivante del sodalizio mafioso di appartenenza. Le solide risultanze investigative conseguite dai carabinieri di Taormina, riferite ai Magistrati della Procura della Repubblica e della locale Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, hanno permesso di avanzare la richiesta di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, poi emessa dal Gip Antonio Francesco Genovese su richiesta dei P.M. Fabio D’Anna e Fabrizio Monaco. Secondo quanto riportato nel provvedimento cautelare, emerge chiaramente che il consigliere comunale avrebbe incontrato l’imprenditore alla presenza del pregiudicato catanese e, quest’ultimo, proprio per convincere l’imprenditore, si sarebbe presentato come esponente del clan mafioso catanese dei “Mussi di Ficurinnia”. All’arresto del pregiudicato etneo, i carabinieri sono giunti solo al termine di serrate ricerche, ed infatti, subito dopo aver appreso la notizia dell’arresto del consigliere comunale giardinese, il pregiudicato catanese aveva fatto perdere le proprie tracce, sino alla mattinata di ieri, quando, sentendosi ormai braccato, è stato rintracciato presso la sua abitazione grazie ai reiterati e prolungati servizi di appostamento.