Giardini. Prima o poi doveva essere formalizzata una legittimazione permanente di quella che è stata sin dalla nascita della prima colonia greca in Sicilia l’attività che l’ha sempre caratterizzata, che fu una delle fortune di Naxos Siceliota. Stiamo parlando della lavorazione della terracotta che dal 735 a.C., data della fondazione di Naxos. La lavorazione quasi sempre di grande qualità, fatta di vasi, bassorilievi, maschere e brocche si è protratta nei secoli (anche dopo la distruzione di Naxos) per mano di tanti bravi artigiani di cui oggi si ha una testimonianza concreta grazie agli scavi che sono stati realizzati dalla Sovrintendenza. Fino al Aecolo XIX esistevano a Naxos molte fornaci attive che andarono poi via via scomparendo. L’ultima di queste, nata fra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, è stata condotta fin dagli Anni Cinquanta dal nonno e dal padre ed in ultimo dal maestro Turi Azzolina che l’ha tenuta in attività sino ai nostri giorni. Da poco il Comune ha festeggiato i 50 anni di attività artistica di Azzolina con una suggestiva cerimonia al Museo Archeologico di Naxos. Considerata perciò l’importanza che la lavorazione della terracotta ha avuto nella storia di Giardini, avendo il maestro Turi Azzolina raccolto nel tempo tanto prezioso il materiale di interesse etno-antropologico (torni, macinini di pietra fornaci a legna, calchi etc.) il Comune ha ritenuto opportuno che questa tradizione dovesse essere salvaguardata e tramandata alle nuove generazioni sia attraverso la creazione di un museo, che attraverso le opere e la scuola del maestro Azzolina. “Abbiamo ritenuto che questa tradizione – ha spiegato il commissario regionale Maria Letizia Di Liberti – debba essere salvaguardata e tramandata alle nuove generazioni. Perciò, adeguatamente pubblicizzata al fine non solo di diventare un punto di attrazione per i numerosi turisti che soggiornano a Giardini, ma anche un punto di riferimento per i giovani che vogliono avvicinarsi a questa arte. Abbiamo voluto pertanto patrocinare l’attività dello scultore con un contributo mensile, in attesa di reperire un sito idoneo per creare un museo con il materiale raccolto”. Davanti la bottega dell’artista (a Villagonia) sarà apposto il logo del Comune mentre l’Ente avrà il diritto di usufruire della struttura per farla visitare a scolaresche e turisti.
Rosario Messina
complimenti a Turi Azzolina, che è un “mastro”, ma dove sono finiti gli altri “mastri”? i fabbri taorminesi, i ceramisti?, come mai si è diffusa la convinzione che le arti e i mestieri attirino i turisti meno delle griffe?, certo quelle si possono permettere di pagare gli affitti che ci sono sul Corso Umberto, non dovrebbe quindi essere il comune che si cura che le “arti e mestieri” non vadano persi?