Francavilla. “Verde Verdello – Percorso naturale tra suolo vulcanico, mare e ambiente – Premio Internazionale Sciara dell’Etna”.
“Con questo titolo – spiega Gianvito De Salvo – l’associazione Amici della Musica e dell’Arte di Giarre, il Comune di Francavilla, il Club per l’UNESCO di Taormina Val d’Alcantara e Val d’Agrò, la Regione Siciliana, l’Assemblea Regionale Siciliana, in stretta collaborazione con l’istituto scolastico alberghiero I.P.S.S.E.O.A. Falcone di Giarre, hanno dato il via ad una tre giornate valorizzando il prodotto della nostra terra con una convention tra seminari e spettacoli. La manifestazione ha avuto il suo epilogo con la consegna del Premio Internazionale Sciara dell’Etna il 19 maggio 2023. Attraverso la polifonia, “Nuove Melodie”, coro polifonico, e ai costumi, ai canti e ai balli del Mezzogiorno d’Italia, Gruppo Folk “Vecchia Jonia” di Giarre, si sono vissuti i momenti più cocenti di una manifestazione impregnata di tanta cultura spaziando dal verdello alla musica e alla Sciara dell’Etna”.
I premi internazionali “Sciara dell’Etna” nella prima edizione sono andati alla medicina: dal Prof. Maurizio Viecca primario cardiologo del nosocomio milanese “Sacco”; ai cardiologi Giuseppe Cinnirella e Sasha Agati del nosocomio taorminese.
Quest’anno, per la seconda edizione, il direttore artistico Gianvito De Salvo ha voluto mettere insieme istituzioni, arte, musica, eccellenze, commercio, Arma dei carabinieri, giornalismo e tanto altro.
I PREMI
I premi sono stati assegnati al comico Uccio De Santis (che lo ha ritirato in occasione dell’inaugurazione della mostra d’arte “Taormina I Love You” di Saro Laganà), al presidente del Senato Ignazio La Russa, ad Anna Maria Maugeri (Distilleria Russo di Santa Venerina), ai fratelli Vincenzo e Mario Cerra dell’omonima macelleria Cerra di Piedimonte Etneo, al presidente Salvatore Di Blasi della Federcori Palermo; al presidente dell’Ars Sicilia Gaetano Galvagno, all’assessore regionale Marco Falcone; al capo ufficio stampa del Ministero Beni e Attività Culturali, già capo ufficio stampa Ministeri Istruzione e Difesa, Maurizio Pizzuto; al comandante del Nucleo Operativo della Compagnia carabinieri di Taormina, Alfio Polisano; al cappellano militare Don Salvo Nicotra; ad Anna Simone, Lucia Esposito, Rosario Cantarella, Vito Livadia; al sindaco di Francavilla, Enzo Pulizzi, al sindaco di Santa Venerina Salvo Greco, al sindaco di Giarre Leo Cantarella, al sindaco di Mascali Luigi Messina, al sindaco di Misterbianco Marco Corsaro.
I PREMI SPECIALI
Diversi sono stati i premi speciali che sono andati: a Saro Laganà per la sezione giornalismo, al vice sovrintendente alla Direzione Investigativa Antimafia Guerrino De Patre, all’agronomo Sebastiano Privitera, alla pasticceria Pace, al Cav. Granata, al gruppo della “Vulcanica Brass Ensemble”, al Coro Polifonico “Nuove Armonie”, al gruppo folk “Vecchia Jonia” di Giarre-Riposto, al gruppo Jazz di Galeano e non per ultimo agli studenti dell’Istituto Alberghiero “Falcone” di Giarre. Il premio originale è stato realizzato in pietra lavica dal maestro d’arte Francesco Del Popolo Lampuri.
IL SEMINARIO
“Il seminario condotto dall’agronomo Privitera – aggiunge De Salvo – ha toccato, appunto, l’argomento del Verdello, oro dell’Etna e della riviera jonica nei suoi molteplici aspetti. Una lezione magistrale degna di nota. L’Etna è conosciuta nel mondo per le sue eccellenze, dal vino ai pistacchi, fino all’olio e alle ciliegie. La limonicoltura con i suoi rigogliosi giardini accompagna da secoli la storia, la tradizione e la vita sociale ed economica del territorio jonico-etneo. La denominazione Limone dell’Etna identifica la produzione di limoni coltivati ai piedi dell’Etna in un’area delimitata da caratteristiche geografiche, climatiche e pedologiche tali da caratterizzare in maniera tipica ed esclusiva i limoni prodotti. Il limone dell’Etna ed i prodotti derivati (gelati, granite, marmellate, succhi, essenze e liquori) rappresentano l’eccellenza tra le produzioni siciliane per caratteristiche qualitative e nutraceutiche. Le qualità del Limone dell’Etna sono legate alle favorevoli condizioni pedo-climatiche dell’ambiente etneo che riunisce fattori raramente compresenti in altre zone, protetto dal massiccio dell’Etna e influenzato dall’azione mitigatrice del mare e dal sistema di coltivazione che segue obbligatoriamente i metodi della produzione integrata o della agricoltura biologica. Il limone dell’Etna è famoso per la produzione di limoni verdelli”.
“Il Verdello – prosegue De Salvo – è un prodotto tipico dell’area etnea, e non solo; la valle dell’Alcantara ne vanta una fiorente produzione (la frazione taorminese di Trappitello e zone limitrofe fino ad arrivare a Francavilla). Esso è un prodotto di qualità, l’unico limone italiano che può essere raccolto e consumato d’estate. Tremila ettari al sole, coltivati da settanta produttori in sedici comuni, sempre più remunerativi. I consumatori stanno iniziando a preferirlo ai limoni d’importazione, spesso zeppi di prodotti chimici che permettono ai limoni di resistere a settimane all’interno dei container. Il Verdello, inoltre, contiene un quantitativo maggiore di antiossidanti rispetto ai limoni tradizionali, perché la pianta, in una situazione di stress, trasmette al frutto sostanze maggiori rispetto al normale. Il Limone verdello non è una varietà ma è il frutto della rifioritura del limone, ottenuta tramite la pratica della forzatura detta secca, una tecnica colturale che induce la pianta a rifiorire e produrre frutti fuori stagione. Un uso tipico ed esclusivo del succo di “Limone dell’Etna” lo ritroviamo nei numerosi chioschi presenti nel litorale catanese che propongono la tipica bevanda dissetante seltz, limone e sale. La buccia è molto utilizzata per le sue profumate e tipiche essenze che vengono valorizzate nella preparazione di rosoli, nel gelo di limone e nel biancomangiare e nelle innumerevoli altre preparazioni in cucina e in pasticceria”.
“All’interno di un rinnovato progetto ministeriale (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento dove le Istituzioni scolastiche intervengono per contribuire ad esaltare la valenza formativa dell’orientamento in itinere, laddove pongono gli studenti nella condizione di maturare un atteggiamento di graduale e sempre maggiore consapevolezza delle proprie vocazioni, in funzione del contesto di riferimento e della realizzazione del proprio progetto personale e sociale, in una logica centrata sull’auto-orientamento – da linee guida MIUR decreto n. 774 del 4 settembre 2019 ), gli studenti dell’ I.P.S.S.E.O.A. G. Falcone di Giarre hanno interagito con l’utenza e con il territorio attivandosi in tutte le discipline dell’area professionalizzata dell’Istituto dall’accoglienza alla degustazione, alla produzione di manufatti artigianali, e tanto altro. Il plauso oltre ai docenti, dal prof. Puglisi al prof. Nohamed e al prof. Rosario Cantarella, da elogiare gli studenti presenti e poi la bravissima Rosaria Grasso che, tra l’altro, è stata vincitrice a livello nazionale per la pasticceria, ricevendo giusta gloria anche a Giarre. Il connubio tra musica, arte, canto, ballo, gastronomia e tanta cultura, ha fatto sì da rendere ai più una visione completa della nostra terra. Dopo il taglio del nastro da parte di Silvia Liotta e della prof.ssa Valentina Marotta, madrine della manifestazione, la benedizione di Padre Giovanni, gli intervenuti sono stati accolti con l’inno di Mameli e l’inno della Sicilia, i ragazzi dell’alberghiero si sono prodigati a mettere in atto il tortino chiamato per l’appunto Sciara dell’Etna, alla presenza dei sindaci dei Comuni di Santa Venerina, Giarre, Mascali, Misterbianco e Francavilla. Dopo la lettera di saluto del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani e la successiva magistrale lezione sul verdello ad opera dell’agronomo Sebastiano Privitera, si è dato, subito dopo, spazio ad un concerto della Vulcanica Brass Ensemble, arricchendo ancor di più la bellissima location della Casa del Vendemmiatore a Santa Venerina. Palazzo Cagnone, in quel di Francavilla, il 18 ha gustato appieno il jazz; il gruppo Enrico Galeano Sicilian Trio ha esternato ad una platea interessata una melodia intrisa di suoni afro-americani e europee. Plauso dell’importanza di tale evento patrocinato dal Club per l’Unesco di Taormina Valle d’Alcantara e D’Agrò. Il delegato del Club Unesco, Vito Livadia, portando i saluti del presidente Giuseppe Tindaro Toscano della Zecca, ha evidenziato l’importanza del territorio, del verdello come volano di un bene nostro in una cultura che comprende un vasto bacino d’utenza, dove la tradizione, l’arte, la musica, gli usi sono parte vitale di una cultura radicata nel tempo, viva, e patrimonio di una realtà ben visibile.