Forza d’Agrò. Il presidente dell’Osservatorio permanente dei Beni culturali dell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani, Filippo Brianni, ha trasmesso nei giorni scorsi al presidente dell’Unione dei comuni, Nino Bartolotta, la relazione approvata dall’intero Osservatorio circa la candidatura della Chiesa dei SS Pietro e Paolo d’Agrò quale sito Unesco. Ora l’Unione provvederà a richiedere all’Assessorato regionale ai Beni Culturali l’avvio dell’istruttoria per il riconoscimento. La relazione, redatta sulla base delle schede ed i criteri Unesco, descrive i profili storici, architettonici, culturali e sociali del sito, elencando anche quello che l’attuale regime giuridico del bene, la sua conservazione, la fruizione, l’importanza in relazione alle caratteristiche del territorio su cui insiste, i rapporti con le altre importanti risorse culturali del comprensorio. Secondo l’Osservatorio “la Chiesa di S. Pietro e Paolo rappresenta il monumento simbolo della Valle d’Agrò, sia per l’importanza qualitativa dell’opera sia per l’enorme significato storico e sociale che assume nel contesto territoriale” e può ambire al riconoscimento Unesco per via della corrispondenza rispetto a diversi criteri previsti: costituisce un capolavoro del genio creativo umano, soprattutto in relazione alle caratteristiche architettoniche uniche, con particolare riferimento alla trasposizione architettonica della cultura religiosa latina e bizantina in un’unica chiesa-monumento; con riferimento alla particolarità cromatica; con riferimento alla straordinaria capacità di assemblamento, in un contesto organico, di materiali e tecniche costruttive appartenenti a culture completamente diverse ed a periodi storici distanti anche secoli l’uno dall’altro; rappresenta e promuove uno scambio rilevante di valori umani e culture diverse, provenienti da parti del mondo completamente diverse l’una dall’altra: si tratta di un’opera realizzata in Sicilia, con richiami arabi, elementi normanni, elementi bizantini, in un monastero basiliano, con l’utilizzo di materiali tipicamente siciliani (come la pietra lavica) ed altri che richiamano le dominazioni greche e romane, che si sono avute sul territorio ben oltre mezzo millennio prima rispetto alla costruzione del Monumento; racchiude, non una sola – come richiesto – ma addirittura più tradizioni culturali antiche e non più esistenti in un unico contesto artistico; rappresenta una civiltà – quella basiliana – che ha avuto un impatto rilevantissimo sul territorio. Si associa con la tradizione religiosa (cattolica e bizantina) e culturale che oggi caratterizza il territorio e costituisce un’opera artistica di importanza universale. L’Osservatorio ringrazia altresì tutti coloro che stanno collaborando a vario titolo e da vari fronti al buon esito dell’iniziativa. In particolare l’ex presidente dell’Osservatorio e di Archeoclub, Santino Mastroeni, per aver lanciato per primo l’idea ed aver gettato le basi per la sua concretizzazione; la conservatrice Mariangela Niglio per il prezioso contributo tecnico; l’Unione, la Soprintendenza, gli organi di stampa e le forze politiche che con le loro iniziative stanno interpretando il comune desiderio del territorio di raggiungere un obiettivo che non è affatto campanilistico, ma costituisce il giusto, per quanto prestigioso, riconoscimento al valore di questa opera d’arte. Si ringraziano anche tutti coloro che hanno finora condotto studi su questa opera, dagli studiosi locali all’arch. Gesualdo Campo, ex dirigente della Soprintendenza peloritana. Nelle prossime settimane, mentre l’Unione provvederà a concordare la richiesta di candidatura con la Regione, l’Osservatorio intende dar vita ad una manifestazione mirata a lanciare l’iniziativa ma anche ad acquisire nuovi spunti che possano rafforzare questo importante progetto.