Taormina. “Era davvero necessario che esplodesse il caso della Regione Lazio perché si sollevasse anche in Sicilia il velo sui fondi ai partiti, sugli sprechi degli amministratori, sulle infinite prebende di questa classe politica?”: sono le parole di Mario D’Agostino, candidato all’Ars con Rosario Crocetta presidente. “E così, il 2 ottobre – continua D’Agostino – il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, la cui indennità di funzione, da aggiungersi allo stipendio da parlamentare, è di 7.700 euro convoca il consiglio di Presidenza, per discutere di tagli alle indennità dei parlamentari. Non è quanto meno sospetto questo scatto di orgoglio della classe politica siciliana, tutta questa improvvisa voglia di onestà? O è lecito pensare che, forse perché siamo a un mese circa dalle elezioni, qualcuno voglia rifarsi una verginità perduta? In un momento storico in cui la disoccupazione siciliana cresce (siamo al 20%, con 35.000 posti di lavoro in meno rispetto allo scorso anno), questo appuntamento per tagliare i costi della politica ha l’effetto di uno schiaffo, di una presa in giro per coloro che a stento arrivano a fine mese; ancora peggio, per chi la busta paga non ce l’ha. Se tutti sapevano dove stanno gli sprechi, dove poter incidere con i tagli, perché si è aspettato tanto? Perché convocare una riunione la prossima settimana, ad un passo dal voto? Ormai avrebbero potuto avere almeno il pudore di darsi appuntamento dopo il 28 ottobre, risparmiandoci la sceneggiata del tentativo di passare quali i convertiti sulla via di Damasco, dimostrando una sensibilità che, almeno su questo, finora è stata molto carente”.