Cateno De Luca è il nuovo sindaco di S. Teresa. All’uscente Alberto Morabito la consolazione di portare cinque consiglieri in minoranza. Fuori dai giochi Carlo Lo Schiavo, una delusione Fabio Andrea Palella. Santa Teresa ha quindi scelto lo “straniero”, si è “incatenata” all’onorevole di Fiumedinisi che ha condotto una campagna elettorale dispendiosa, “alla Berlusconi” conquistando le simpatie dell’elettorato con grandi feste, comizi quotidiani, passaggi in tv a valanga. Ha avuto ragione ed ora i santateresini potranno goderselo per i prossimi cinque anni. Alberto Morabito esce di scena con grande amarezza penalizzato dal nuovo sistema elettorale che ha annullato l’effetto trascinamento con la lista collegata. Difatti se nella corsa per sindaco la differenza è di 155 voti (ma è quella che conta) in favore di De Luca, la differenza tra i voti di lista e quelli per sindaco è di 482 voti sufficienti se fossero finiti sul sindaco a farlo vincere su De Luca. I voti incrociati hanno fatto la differenza anche con la lista di Carlo Lo Schiavo che ha ottenuto meno voti della lista, 367 la differenza. Anche qui la falcidia del voto disgiunto. Sia nella lista di Morabito che in quella di Lo Schiavo il grande beneficiario è stato De Luca che ha avuto tanti voti incrociati che alla fine hanno fatto la differenza. Ma il dato più rilevante è che De Luca ha conquistato quasi 1.500 voti in più rispetto alla sua piattaforma elettorale che gli veniva accreditata prima delle elezioni, con una campagna elettorale porta a porta, piazza a piazza, quartiere a quartiere, condominio a condominio. Morabito deve solo imprecare nella “infedeltà” dei suoi candidati al Consiglio che pur di racimolare qualche preferenza in più non hanno esitato a sacrificarlo con il voto disgiunto. Ma a Morabito mancano i voti di Barracca, roccaforte di Pippo Lombardo, che non è riuscito a far eleggere nessuno dei suoi due candidati al Consiglio. Anche qui il voto disgiunto ha imperato. Crollo, invece a Sparagonà, tradizionale punto debole di Morabito, ma affermazione a Misserio dove è uscito vincente con 40 voti di scarto su De Luca grazie alle due corazzate Tanino Maggioloti e Santino Veri, i candidati della frazione. Comunque ci sarà tempo per analizzare nei dettagli il risultato di queste elezioni, così come ci sarà tempo per leggere con più attenzione il flop di Fabio Palella fermatosi incredibilmente a 160 voti, tanti in meno rispetto alle previsioni della vigilia. Sarà stato il ciclone De Luca a scompigliare le carte oppure è accaduto qualcosa che al momento non appare di facile lettura.
Passiamo a Sant’Alessio, che ha il suo primo sindaco donna della sua storia: Rosanna Fichera, insegnante, 50 anni, figlia d’arte visto che il padre è stato sindaco della cittadina jonica dal 1948 fino al 1957. Sant’Alessio ha scelto la continuità rovesciando sulla maggioranza uscente 485 voti. La minoranza va a Concetto Fleres (353) mentre Franco Santoro (175) è fuori dai giochi. Fichera ha vinto in entrambe le sezioni. Nella prima ha raccolto 188 voti; 162 sono andati a Fleres e 91 a Santoro. Nella seconda ne ha raccolti 297; 191 Fleres e 84 Santoro. Il Consiglio comunale sarà composto da otto esponenti della lista Insieme per S. Alessio, collegata a Fichera e quattro della compagine collegata a Cetto Fleres: “Fleres sindaco, difendere S. Alessio”. Sugli scranni riservati alla maggioranza siederanno Giuseppe Cacciola, Giuseppe Pasquale, Giuseppe Bartorilla, Deborah Siligato, Rosario Trischitta, Antonella Papa, Pina Cannavò, Giampaolo Mercurio. La lista ha raccolto complessivamente 577 voti. All’opposizione siederanno Giuseppe Riggio (64), Nunzio Moschella (32 voti), Daniela Carnabuci (32) e Pietro Trovato (30). I voti della lista hanno raggiunto quota quota 300. Rosanna Fichera succede alla carica di primo cittadino a Giovanni Foti, sindaco di S. Alessio Siculo negli ultimi dieci anni. Lo stesso aveva pubblicamente appoggiato la Fichera, suo vice sindaco nell’ultima legislatura. Ma il dato più rilevante è la “conquista della minoranza da parte di Concetto Fleres che nelle previsioni della vigilia era sopravanzato da Franco Santoro che si presentava con una squadra giovane e ricca di entusiasmo, veramente una nuova proposta per S. Alessio. Invece gli elettori hanno preferito puntare sulle certezze del passato, sull’usato sicuro, per garantirsi una amministrazione stabile ed una opposizione affidabile. Rosanna Fichera ha saputo miscelare tre quarti della vecchia maggioranza e un quarto della vecchia opposizione, grazie anche alle doti diplomatiche del sindaco uscente Giovanni Foti che è riuscito a convincere l’altro pretendente alla poltrona di sindaco che usciva dalla sua maggioranza, il presidente del Consiglio Giuseppe Cacciola per il quale è stato ritagliato un posto di vice sindaco. Cacciola è stato anche il più votato.
Tutto secondo previsioni a Savoca: Paolo Trimarchi, 52 anni, è il nuovo sindaco e torna a sedersi su quella poltrona che ha occupato per dieci anni (1993 al 2002) prima dell’avvento di Nino Bartolotta (2002 – 2012) che ha concluso il doppio mandato. Il testimone passa agli uomini e alle donne della maggioranza uscente: i savocesi hanno scelto la continuità. Lo sfidante Rosario Famulari, 48 anni, ha lottato con grande dignità fermandosi a -144 voti di scarto dal suo antagonista. Da come erano prese le cose alla vigilia, certamente un buon risultato. Nella lista collegata c’è anche il candidato più votato, Massimo Stracuzzi con 94 preferenze. In Consiglio per la minoranza vanno anche Paola Pantò, Roberta Savoca, Dario Luchino, prima dei non eletti Daniela Mastroeni con 44 preferenze. Per la maggioranza siederanno il consiglio l’assessore uscente Antonella Savoca, il presidente del Consiglio uscente Giuseppe Meesa, Carmelo Crisafulli, Maria Carmela Rosalia Miuccio, Giuseppe Muscolino, Eugenio Bellomo, Marco Chillemi, Rosaria Aurora Conti. Primo dei non eletti Gianluca Maimone. In Consiglio tre donne per la maggioranza e due per la minoranza. Cinque su dodici, Savoca sempre più città delle donne, anche perché il vice sindaco sarà Cettina Puzzolo. Lo scarto tra la lista di Famulari e quella di Trimarchi è stata più netta: 203.
Giuseppe Puglisi
nvertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia