Taormina. “Le conseguenze della chiusura dell’aeroporto di Catania si fanno sentire anche tra i lavoratori. Perché se è vero che lo scalo è stato dichiarato riaperto, le ripercussioni si sentiranno ancora per diverso tempo. La preoccupazione della Fisascat Cisl, quindi, è che non si riesca a rispettare le aspettative del 2023”: a dichiararlo sono il segretario generale della Fisascat Cisl Messina, Salvatore D’Agostino, e il segretario Fisascat, Pancrazio Di Leo.
“C’erano grandi speranze affinché questa potesse essere una stagione con numeri altissimi – spiegano D’Agostino e Di Leo – invece le conseguenze sono ancora pesanti perché il numero disdette aumenta e di riflesso a pagare è anche il livello occupazionale. Il personale viene messo in ferie oppure gli vengono concessi riposi compensativi rimettendoci in termini di salario. La preoccupazione maggiore è per le disdette che sono arrivate per il mese di agosto e per settembre da parte di turisti preoccupati che l’operatività dell’aeroporto di Catania non torni piena. Quindi disdicono qui, magari senza penali perché hanno avuto il tempo e poi prenotano altrove, ma è l’immagine di un aeroporto chiuso per settimane che sta facendo il giro del mondo e non aiuta”.
La Fisascat Cisl ricorda come esista un protocollo tra Regione Siciliana, associazioni datoriali e dei lavoratori che in questi casi può essere una tutela.
“La Regione – concludono – si assuma le proprie responsabilità. Qui la situazione non riguarda solo Taormina, ma tutto il comprensorio. Anzi tutto il territorio provinciale, la zona tirrenica e le Eolie. C’è stato un colpo pesante per tutte le attività e quindi anche per l’occupazione”.