Taormina. Salvatore Rino Strazzeri, in rappresentanza dell’Acat (Associazione commercianti e albergatori Taormina), ha inviato una lettera al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e per conoscenza anche ai sindaci di Taormina, Giardini, Castelmola e Letojanni.
“L’Acat – scrive Strazzeri nella lettera – in un momento difficile e complesso come questo, ha il preciso obbligo di non fare mancare la propria voce a sostegno delle istanze che vengono dal settore imprenditoriale e, in particolare, da quelli essenziali del Commercio (in senso ampio) e del Turismo. Questi sono i due settori che rappresentano prima di ogni altro il substrato economico e sociale di tutto questo territorio, un’area che, insieme a Taormina, è la vera locomotiva del turismo siciliano e uno tra i più importanti bacini turistici, non solo del nostro Paese, ma di tutto il Mediterraneo”.
“Il direttivo dell’associazione è a costante contatto con gli attori dei suddetti comparti e fa proprie le loro legittime istanze. Esprimiamo in senso associativo una posizione condivisa. E’ in questo spirito di collaborazione, quello che contraddistingue e unisce nei momenti difficili noi siciliani, che indirizziamo a lei, sig. presidente, questa lettera, nella speranza che possa essere utile nello stimolare giuste sinergie e collaborazioni. Sottoponiamo alla sua attenzione e al contempo ai sindaci del nostro territorio alcune considerazioni e delle proposte che riteniamo utili per tentare di superare la grave crisi in atto”.
“Il turismo è una industria che contribuisce al Pil regionale in modo sostanziale, un fenomeno trasversale che influisce positivamente su molti altri settori afferenti, questo lo rende particolare e ne dovrebbe fare apprezzare ancora di più le potenzialità che esprime nei periodi normali, ma anche l’importanza che merita dal punto di vista politico e amministrativo in uno Stato moderno. E’ questo il comparto che sta subendo il colpo più duro della crisi sanitaria. Il turismo vive sulla mobilità e la mobilità è il primo fenomeno colpito dalle strategie adottate contro l’epidemia”.
“Condividiamo quando detto da diversi esperti (veri) del settore: la Sicilia deve affrontare l’emergenza con cognizione di causa e di effetti, per non subire la evidente impreparazione di alcuni ad alti livelli, a cominciare da Roma, per non rischiare di buttare bambino e acqua sporca”.
“In questa Fase 2 impreparazione e improvvisazione non possono avere più spazio, non ce lo possiamo permettere, bensì bisogna limitare i danni, tentando anche di riuscire se possibile a ribaltare il problema, usando addirittura nostro vantaggio l’emergenza mondiale. Alcuni spunti ce li offre l’ottima analisi di G. Callea, serve riflettere ma servono anche comportamenti diversi da parte delle istituzioni; è arrivata l’ora, per troppo tempo rinviata, di un vero cambio di registro per salvare un comparto che da sempre è la promessa non mantenuta per il nostro futuro”.
“La Sicilia non ha subito in modo grave il virus e, ad onor del vero, alcuni osservatori l’avevano previsto: l’epidemia in Sicilia sta avendo un decorso molto diverso dal Centro-Nord Italia e anche da gran parte degli altri Paesi europei. Pare accertato che il virus veicoli meglio in aree molto inquinate ed a temperature più basse rispetto a quelle medie della nostra Isola e le restrizioni adottate sono state particolarmente rigide e rispettate da tutti. In termini di marketing territoriale questa è una bella storia da raccontare: il virus ha solo sfiorato la Sicilia anche perché siamo stati più rigidi e se adesso allarghiamo le maglie è perché sappiamo bene cosa stiamo facendo”.
“Insomma il mondo dovrà ripartire e si tornerà anche a viaggiare, c’è il bisogno di tornare a una vita normale, a godersi proprio arte e panorami, sole e mare, cibo e buon vino, bellezze che la Sicilia offre in abbondanza e che oggi può offrire al mercato nazionale e internazionale forte di un territorio che ha risposto bene al virus (anche perché poco inquinato), una naturale vocazione all’accoglienza, (Callea ricorda per esempio attenzioni e cure ricevute persino dai turisti bergamaschi ritenuti tra i responsabili di avere portato il virus in Sicilia)”.
“Un qualunque responsabile marketing della più insignificante azienda del mondo sulla lettera di ringraziamento di questi turisti avrebbe costruito anni di campagne promozionali. Questa è una occasione per tutta la Sicilia, oltre al sole, al mare, ai monumenti, un ruolo strategico possono svolgerlo anche le aree interne, i borghi, i boschi, i parchi naturali e le aree protette, le grandi fiumare e le vallate, i percorsi del gusto, per un nuovo rilancio dell’isola, qui la vita segue ancora il ritmo delle stagioni, luoghi ideali per rigenerarsi dopo questi questa clausura”.
“Insomma la Sicilia deve parlare al mondo forte della propria condizione di “Area virus-free”, lanciando un messaggio di sicurezza, di una destinazione dove puoi entrare solo se in salute. una destinazione per quanti desiderano sole, mare, accoglienza, ma vogliono farlo in sicurezza. Tutto questo richiede uno sforzo comune, ma l’esperienza di questo periodo ci fa ben sperare”.
“Dal punto di vista pratico è obbligatorio proseguire nel severo controllo sugli ingressi nell’Isola. Oggi è possibile effettuare dei test rapidi sui viaggiatori che danno l’esito in 10 minuti (utilizzati per esempio dalla compagnia aerea Emirates che così garantisce i propri clienti, che hanno la certezza di non contrarre la malattia durante il volo e allo stesso tempo anche i Paesi di arrivo). A costi limitati si potrebbero garantire i flussi incoming di turisti in Sicilia, previ accordi con le compagnie aeree gestiti dal Governo Regionale, per rendere obbligatorio il test per i voli in partenza per la Sicilia. Il presidente della Regione è responsabile per la salute pubblica della Sicilia. I costi si potrebbero anche suddividere tra passeggeri e Regione”.
“In questo momento è vitale sostenere la domanda sui mercati turistici, consideriamo valida l’idea di una forte azione di comunicazione basata sul claim Sicilia regione virus-free dove il basso inquinamento, le temperature, l’insularità che ha favorito il Governo regionale nella chiusura degli accessi all’Isola per tempo, ci consente ora di proporre turismo in sicurezza grazie a idonee campagne marketing oriented. Bisogna correggere il tiro prima di tutto attraverso una narrazione positiva (per la corretta informazione) e rassicurare i potenziali turisti. Sono pre-condizioni per il riavvio del settore turistico, altrimenti possiamo anche avere voli gratis e notti gratuite e i viaggiatori non prenderanno in considerazione la destinazione Sicilia”.
“Ricordiamoci che la Sicilia è parte dell’Italia nell’immaginario e la assurda e folle pubblicità auto-lesionista fatta per di più dai nostri stessi mass media, ha dato al mondo l’immagine di un Paese appestato, l’Italia come l’epicentro europeo del contagio. L’Acat sostiene l’idea che sia necessario avviare campagne promozionali a livello nazionale e internazionale per differenziare l’immagine della Sicilia da quello del resto d’Italia, innanzitutto perché non c’è alcun motivo perché la Sicilia venga associata a una situazione purtroppo disastrosa, che però si è concentrata al Centro-Nord, cioè a mille km di distanza”.
“Raccomandiamo al Governo regionale l’adozione di una serie di strumenti in tempi brevissimi a sostegno del settore turistico e dei settori afferenti. Il governo dovrebbe porre in atto azioni di marketing e comunicazione funzionali a sostenere la domanda che ha subito un grave crollo. Quindi il problema è strutturale ed è obbligatorio riavviare prima di tutto i flussi incoming. Essenziale inoltre tutelare il sistema turistico, dando aiuti immediati, diretti e a fondo perduto (che poi a fondo perduto non sono visto l’effetto moltiplicatore che produce anche nuove tasse) come ha insegnato la lezione di Keynes: immettere liquidità nel sistema e riavviare il motore”.
“Primus vivere, insomma, come si fa in qualsiasi crisi industriale, come anche di recente l’Italia ha fatto e in modo generoso e veloce soprattutto quando si è trattato di salvare delle banche. Dalla lettura della finanziaria notiamo posizioni diverse da parte del Governo regionale. La manovra dedica risorse molto limitate all’Industria Turistica: l’art. 8 prevede 50 milioni di euro a sostegno del settore tramite acquisto di voucher per notti di hotel gratuite a favore di chi pernotta almeno tre notti. Una misura a sostegno dell’offerta, ma non sarebbe più importante sostenere invece la domanda? Ben vengano anche contributi a pioggia agli operatori, ma il problema strutturale del calo dei flussi dovuto al calo della domanda non è così che si risolve. Tutti gli economisti sostengono che nelle fasi di crisi è la Domanda che deve essere sostenuta. In sostanza: in questo momento al viaggiatore non interessa di risparmiare sul viaggio, vuole la garanzia di muoversi in sicurezza, una esigenza che non può essere superata con un benefit”.
“Ci chiediamo inoltre come si farà fronte ai gravi problemi connessi alla distribuzione di 50 milioni in voucher agli alberghi, per evitare favoritismi o di tagliare fuori le piccole strutture. Il turismo è una industria leggera, certo, ma non meno complessa e una strategia che riguarda il settore non si può prescindere dai flussi in entrata, che dipendono soprattutto dai vettori aerei che, in questo momento, sono il nostro migliore alleato”.
“In questo momento di crisi anche per loro, interlocutori con i quali potremmo avviare rapporti molto favorevoli per noi, insperabili solo qualche mese fa. Gli operatori, tra ricevere un contributo una tantum ed essere parte di un progetto serio di mantenimento ed incremento dei flussi in entrata, sono certo non avrebbero dubbi su cosa scegliere. Il coronavirus può lasciarci una lezione. Servono competenze ed intelligenze per fare le cose. Senza l’una o l’altra il rischio disastro è dietro l’angolo. In Sicilia esistono entrambe. Il governo e la politica tutta con umiltà si confronti. Se non altro questa lezione del virus mettiamola a frutto”.
“Per concludere, la proposta che ci sentiamo di avanzare come Acat, si concretizza in un programma di interventi coordinati nell’importante settore del turismo, piuttosto che delle iniziative singole, palliativi che poco possono fare in senso strategico di sviluppo. Auspichiamo con forza che i 50 milioni citati siano soltanto la prima parte di una manovra dedicata a un comparto tanto strategico e in ogni caso pure queste risorse così limitate dovrebbero essere utilizzati in modo ottimale valutandone con la massima attenzione l’uso”.
“I voucher, che ormai sono specificamente previsti in finanziaria, vengano utilizzati in strettissima sinergia con le strutture alberghiere ed extra-alberghiere, prevedendo quote specifiche anche per i soggetti più piccoli e più esposti alla crisi. I regolamenti attuativi del provvedimento vengano discussi al più presto con le associazioni di categoria. Si verifichi subito la possibilità di utilizzare una adeguata parte di questo fondo per avviare una importante campagna promozionale e di marketing turistico in collaborazione con le compagnie aeree ed i vettori internazionali più importanti”.
“Si lavori da subito per elaborare strategie di comunicazione in grado di riposizionare la Sicilia come Isola virus-free. Si intervenga sui mass media nazionali per chiedere un necessario equilibrio nella diffusione di informazioni, non nascondere la realtà certo, ma usare una par condicio nel rappresentarla è ancora più importante e doveroso per chi svolge questo mestiere”.
“Si pensi anche a come avviare specifiche azioni di marketing, prevedendo attività di sicurezza preventiva, finanziando i tamponi per i turisti in entrata in Sicilia, ideando eventualmente anche una certificazione turistica che attesti che quel viaggiatore sul territorio è stato sottoposto ai controlli e si tratta di un soggetto sano che quindi non presenta alcun rischio”.
“Si inizi sin da subito, infine, a lavorare per un provvedimento strutturale, che guardi alla industria turistica nel suo complesso e con capacità di visione, prevedendo innanzitutto una dotazione finanziaria adeguata. La filiera turistica va preservata in ogni suo passaggio. Appare sempre più evidente la necessità che di fronte a un evento eccezionale si sappia rispondere con iniziative eccezionali, che possano anche prevedere sostanziali aiuti a fondo perduto, pur condizionati da specifiche direttive quantomeno di mantenimento dei livelli occupazionali”.
“L’Acat è una realtà storica a Taormina, sensibile a tutto il territorio ha deciso di espandere i suoi ambiti di riferimento a tutta l’area comprensoriale locale, che condivide le medesime emergenze economiche, le stesse dinamiche imprenditoriali e sociali. Siamo aperti a tutti i contributi culturali e professionali, ai consigli e ai suggerimenti di quanti vorranno condividere con noi questo nuovo capitolo che ci si apre davanti e che richiede l’impegno e la forza di tutti. Ci pregiamo inviare i nostri migliori saluti”.