Taormina. Riprenderanno in settimana gli allenamenti in gruppo del Città di Taormina calcio di Promozione, seppur in maniera individuale come previsto dal Dpcm in vigore. I biancazzurri sosterranno due sedute al Bacigalupo, riservate ai taorminesi e ai residenti nella provincia di Catania, e due al Garden Sport di Mili Marina, per i residenti a Messina e provincia.
“Il bilancio è indubbiamente buono – dice l’allenatore Eugenio Lu Vito – anche se la squadra si è espressa al 50% delle proprie potenzialità. Siamo solo all’inizio del nostro percorso, la squadra è stata creata interamente ad agosto e i ragazzi hanno avuto solo poche partite per conoscersi a pieno, ma si sono messi a disposizione per creare un gruppo solido. In queste settimane io non mi sono fermato, ho portato avanti un lavoro di crescita personale, ho studiato e fatto corsi di aggiornamento, ma anche i ragazzi hanno dimostrato maturità e professionalità. Ho consegnato loro un programma di mantenimento non semplice, li sto monitorando e stanno molto bene: non vedono l’ora di farlo vedere in campo e di provare nuovamente l’ebbrezza della partita. Ci fa stare male non giocare, ci rende tristi perché viviamo di calcio e di passione”.
L’analisi di questa prima fase della stagione da parte di Lu Vito passa anche dall’elogio dello staff tecnico composto dal vice Andrea Lombardo e dal preparatore dei portieri Orazio Vittorio: “Andrea è il mio braccio destro – spiega – siamo un tutt’uno, lavoriamo insieme da quattro anni e ci seguiamo a vicenda. L’allenatore in seconda spesso è sottovalutato nell’ambiente calcistico, invece è fondamentale, perché è l’uomo che fa da collante tra l’allenatore e lo spogliatoio. Orazio, invece, l’ho conosciuto quest’anno, è un professionista e i nostri portieri sono davvero fortunati ad avere un preparatore come lui. Io, poi, sono del parere che più ci si confronta, più si cresce e in questo senso Antonello Garufi, consulente di mercato del Città di Taormina, è una presenza importantissima: è un appassionato, conosce tantissimo il calcio dilettantistico e monitora la crescita di ogni calciatore. Poi ci sono Gigi D’Alessandro, il nostro team manager e Giovanni Maricchiolo, sempre presenti e disponibili con la squadra. Gigi è il collegamento con la società, sempre pronto a risolvere i nostri problemi e poi è un ottimo uomo di campo, un allenatore preparatissimo”.
Gruppo solido, dice Lu Vito, quello del Città di Taormina, formato da venti calciatori che nelle loro precedenti esperienze sono sempre stati titolari inamovibili, ma nella Perla della Jonio si sono messi a disposizione del progetto tecnico, accettando anche qualche esclusione: “Io sono stato chiaro con i ragazzi e anche la società, qui devono rinunciare al ruolo di primadonna e mettersi a disposizione del gruppo. E durante la settimana loro si guadagnano il posto, sanno che devono ringhiare e per questo ruoto tanto le mie formazioni, perché dò molta importanza all’allenamento settimanale”.
L’attenzione si focalizza su tre singoli, Marco Tola, Peppe Quintoni e Charlie Famà: “Dietro i novanta minuti della partita – continua Lu Vito – c’è una preparazione enorme, un grandissimo lavoro di spogliatoio. E in questo Tola è un aggregatore, sempre propositivo e calcisticamente è un guerriero. Ha giocato meno, ma è subentrato nelle situazioni di difficoltà e ha un grande ruolo all’interno del gruppo. Quintoni lo conosciamo tutti, ma tante persone mi dicono di non aver mai visto Peppe come quest’anno. Calciatore abituato a fare solo qualità, con intelligenza ha aggiunto la quantità che voglio da lui. Su Famà il discorso è più ampio: i ragazzi a volte vanno guidati e Charlie secondo me è stato gestito male. Ci sto lavorando moltissimo, perché ha potenzialità enormi che potrebbero farlo arrivare in qualsiasi categoria”.
Scelta particolare quella di Lu Vito, adesso 35enne, che nel pieno della propria carriera da calciatore dilettantistico ha deciso di lasciare il campo per iniziare a studiare da allenatore: “Ho smesso presto di giocare a calcio perché non mi piaceva più – conclude – non ne potevo più e non vedevo l’ora di portare in campo le mie idee da allenatore. Ho staccato a 30 anni e ora ho grandi obiettivi e poi sono un appassionato, un sangue caldo e quando si parla di calcio, che reputo il mio ossigeno, divento un vulcano. Non ho figure di riferimento o allenatori a cui mi ispiro, ma alcuni mi stuzzicano come Gasperini e Jurić che praticano un calcio futuristico, attuando una sorta di confusione organizzata, ma con tanto lavoro alle spalle. E poi ammiro anche personaggi come Bielsa e Guardiola, perché mettono la loro personalità all’interno della squadra e si evolvono sempre, senza restare ancorati alle loro idee”.