Taormina. È stato presentato a Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina il volume “Centauro o Minotauro? Genesi ed interpretazioni storiche dello Stemma di Taormina”, edito da Maurfix, che raccoglie i risultati della ricerca condotta dalla storica Cettina Rizzo sul simbolo della città.
Il libro vuole dare una risposta all’annoso interrogativo legato alla denominazione di Taormina: Città del Centauro o del Minotauro? Partendo da questo intrigante enigma si sono susseguiti gli apprezzati interventi dell’autrice, ispettrice onoraria dei siti archeologici di Naxos e Taormina che per anni ha collaborato con le Soprintendenze di Siracusa e Messina, di Maria Concetta Calabrese, docente di Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Catania, e di Filippo Grasso, docente di Analisi di mercato nel corso di laurea in Scienze del Turismo dell’Ateneo messinese. L’evento è stato promosso e organizzato dalla casa editrice Maurfix con il patrocinio del Comune di Taormina.
«Lo stemma della città riassume la storia e l’identità culturale di Taormina – ha detto il sindaco Mario Bolognari – Questi studi sono fondamentali per riscoprire se stessi e sentirsi comunità. Le conclusioni a cui giunge Cettina Rizzo nel suo lavoro di ricerca sullo stemma civico mettono in evidenza ancora una volta il fatto che Taormina ha mille facce, ha una storia lunga e soprattutto ha una convergenza di culture che nei vari secoli si sono succedute».
Dopo i saluti istituzionali dello stesso primo cittadino, dell’assessore ai Beni culturali, Francesca Gullotta, e l’intervento dell’editore Maurizio Andreanò, si è sviluppato un interessante e partecipato dibattito, moderato dalla giornalista Giusy Bottari, della testata Pickline.
«Per esorcizzare la liquidità del nostro tempo – ha evidenziato l’assessore Gullotta, che ha anche firmato la prefazione del libro – bisogna necessariamente riappropriarsi della nostra memoria collettiva. E lo stemma civico è senza dubbio uno strumento per condividere questa appartenenza comune e recuperarne i valori. Il lavoro di Cettina Rizzo è pregevole perché crea un ponte tra le generazioni in quanto recupera il nostro passato, lo custodisce e lo trasferisce alle generazioni future che avranno una fonte autorevole da cui attingere». Tra gli ospiti, anche il sindaco di Castelmola Orlando Russo, il presidente della Fondazione Mazzullo Giuliana Colavecchio e una delegazione del gruppo guide turistiche di Taormina.
«L’idea della ricerca sullo stemma di Taormina – ha raccontato Cettina Rizzo – nasce parecchi anni fa quando cercando tra le varie raffigurazioni iconografiche dello stemma cittadino non sono riuscita a trovare la figura del Minotauro. Così, animata dalla curiosità di conoscere l’origine e la provenienza dello stemma, ed in mancanza di notizie certe e documenti ufficiali, ho iniziato la mia ricerca fotografando tutti quegli elementi iconografici sparsi sul territorio. Ho iniziato a studiarli stilisticamente, ma questo mio lavoro non ha portato a nessuna conclusione. Avevo deciso di abbandonare tutto quando è venuta in mio soccorso la storia».
Il libro ripercorre tutte le trasformazioni che lo stemma di Taormina ha subito dal Medioevo fino ai giorni nostri attraverso le vicende storiche di cui la città si è resa protagonista assieme al resto della Sicilia.
«Un lungo lavoro che mi ha permesso – continua l’autrice – di constatare che esistono tre diverse rappresentazioni iconografiche dello stesso simbolo civico alle quali con l’aiuto della millenaria storia di Taormina ho cercato di dare una risposta».
Il volume è impreziosito dagli scatti del fotografo taorminese Fulvio Lo Giudice e si presenta in una edizione bilingue con la traduzione inglese curata da Emily Felis del gruppo guide turistiche di Taormina. La veste grafica è stata curata da Marzia Battaglia.