Catania. “Coppole e lupara”. Da La Piovra a L’onore e il rispetto, spesso e volentieri film e fiction televisive ci propinano un’immagine di una Sicilia antica, arretrata, legata al fenomeno endemico della mafia, ma costruito con tratti piuttosto folkloristici. Da decenni ormai, sfila davanti al piccolo schermo il mafioso di turno che subisce, in milioni di telespettatori, un processo di mitizzazione.. ed è così che si crea confusione tra i diversi piani di realtà e finzione cinematografica. Nasce da questo assunto il lavoro d’inchiesta “La Mafia e i suoi stereotipi televisivi” di Cirino Cristaldi, giovane giornalista catanese, laureato in Lingue e Letterature straniere che si occupa da anni di cinema, nell’organizzazione di eventi e nella scrittura di soggetti e sceneggiature di vario genere. Nel nuovissimo saggio in uscita per Bonfirraro editore, nato da un significativo approfondimento della sua tesi di laurea, l’autore parte proprio dall’analisi dettagliata di quegli elementi che in Sicilia sono direttamente associati al fenomeno mafioso, arrivando a provare quanto dannosi siano stati fiction, film e serie tv per l’immagine dell’isola, immolata sull’altare dell’audience. È evidentemente un tema scottante, avvertito con un certo fastidio anche da chi, come lo scrittore Walter Siti, siciliano non è. «La tv sulla mafia celebra gli stereotipi» ha, infatti, appena dichiarato in un’intervista alla giornalista di Repubblica Paola Nicita.