Mongiuffi Melia. Stamattina, nel Santuario della Madonna della Catena di Mongiuffi Melia, è stata celebrata una messa in ricordo del maresciallo ordinario dei carabinieri Francesco Bonanno, Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria. L’evento commemorativo è stato promosso dalla Sezione dell’Associazione nazionale dei carabinieri di Taormina, che dal 2014 è intitolata al sottufficiale caduto 50 anni fa nell’adempimento del servizio. La funzione è stata celebrata da Don Daniele Truscello, rettore del Santuario, e ha visto la partecipazione delle autorità locali, rappresentate del sindaco e del presidente del Consiglio comunale di Mongiuffi Melia.
La celebrazione è stata impreziosita dalla presenza dei familiari del maresciallo Bonanno, la signora Giuseppa e la figlia Gabriella, che hanno partecipato al momento commemorativo. Al termine della funzione oltre ai saluti istituzionali del sindaco del Comune di Mongiuffi Melia, hanno preso la parola il coordinatore provinciale dell’Anc di Messina, maresciallo Carrubba, e l’ispettore regionale dell’Associazione nazionale carabinieri Sicilia, Ignazio Buzzi, che nel ricordare il maresciallo Bonanno ha evidenziato: “E’ un modello a cui ciascuno di noi si deve ispirare. Quindi non dobbiamo non ricordare Francesco per non soffrire, al contrario dobbiamo ricordarlo ogni giorno, perché l’unico modo che abbiamo per rendergli onore, è quello di fare ogni giorno il nostro dovere. Calibrare ogni giorno le nostre azioni, dandogli il giusto valore”.
La cerimonia si è conclusa con il saluto del comandante della Compagnia Carabinieri di Taormina, cap. Giovanni Riacà, che ha voluto partecipare alla funzione religiosa unitamente al comandante e ai militari della Stazione carabinieri di Mongiuffi Melia.
MOTIVAZIONE ONORIFICIENZA MAR. ORD. FRANCESCO BONANNO, MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE “ALLA MEMORIA”
“Comandante di Stazione distaccata, nel corso di operazione diretta alla cattura di un pericoloso ricercato che barricatosi in casa minacciava di uccidere la propria moglie, abbatteva la porta per consentire all’ufficiale che gli stava a fianco di lanciare all’interno un lacrimogeno. Trovatosi di fronte il catturando nell’atto di far fuoco con un fucile da caccia, sospingeva di lato il superiore per tutelarne l’incolumità, venendo mortalmente colpito. Esempio luminoso di elette virtù e di generoso altruismo, 17 luglio 1974”.