Taormina. Nei giorni scorsi, nello specchio di mare di Capo Taormina, personale subacqueo della Sovrintendenza del Mare di Palermo, assistito dai carabinieri del Nucleo Subacquei di Messina, dalla Motovedetta CC 218 di stanza a Giardini Naxos e dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Siracusa, hanno recuperato un’anfora risalente ad epoca greco-romana, inabissata ad una profondità di circa 45 metri ed utilizzata verosimilmente per il trasporto di olio o vino. L’importante scoperta era stata fatta da alcuni sub, che avevano avvertito la Sovrintendenza del Mare di Palermo, la quale a sua volta ha richiesto l’intervento dell’Arma per il recupero del reperto archeologico. L’anfora è stata trasportata presso l’Istituto Nautico “Luigi Rizzo” di Riposto per i successivi esami.
Quest’altra anfora l’abbiamo vista e non la rivedremo più, chissa in quale museo andrà a finire. Naturalmente mai nel nostro comprensorio, come da rituale normalità.
Noi dormiamo, discutiamo, litighiamo, ci invidiamo, e gli altri si arricchiscono i loro siti archeologici con i nostri beni.
Ma forse sanno che noi abbiamo poca cura e si permettono di detenerli senza mai restituirli.