Una partenza contro ogni aspettativa ha sciolto anticipatamente il rapporto tra il Catania e Maurizio Pellegrino, 1 punto in 3 partite non è sufficiente, soprattutto se ti chiami Catania e per l’orgoglio dei tuoi tifosi devi volare in alto, dopo gli applausi d’incoraggiamento riscontrati dopo il pareggio casalingo contro il Lanciano, le due trasferte con le conseguenti sconfitte, hanno giocato un ruolo determinante per la panchina di Maurizio Pellegrino, che ha commesso in parte degli errori, ma paga anche la mancanza di motivazioni e la poca unità di un gruppo che non si è ancora calato nella parte di recitare il ruolo da protagonista in serie B. Arriva dunque Giuseppe Sannino, un allenatore grintoso, determinato, con grandi qualità da motivatore; chi meglio di lui infatti può capire le difficoltà della vita, nato ad Ottaviano (NA), era soprannominato “ciabattino”, poiché indossava le infradito anche d’inverno, in quanto proveniva da una famiglia numerosa con limitate risorse economiche e nella sua adolescenza si trasferì a Torino con i 6 membri della sua famiglia, andando ad abitare in un bilocale. Origini umili, ma anche tanta trasparenza, Giuseppe Sannino infatti passò alla cronaca, per aver rifiutato 850 mila euro offerti dal presidente del Palermo calcio Maurizio Zamparini per allenare il Palermo nella stagione 2012-2013, decidendo di andare ad allenare il Chievo Verona con un ingaggio più che dimezzato. La sua tenacia e la sua grinta la si conosce anche nel Regno Unito, infatti Sannino ha allenato il Watford, squadra della famiglia Pozzo che milita in Championship (equivalente serie B) lasciando l’incarico lo scorso 31 agosto dopo aver raccolto 12 punti in cinque partite, probabilmente per una scarsa comprensione con i vertici societari. Il lavoro di Sannino comincia subito a Catania, a fronte di un ambiente demotivato che cerca delle risposte, ma soprattutto di una squadra che ha bisogno di trasformarsi in una famiglia ricucendo gli strappi motivazionali e le insicurezze che dalla scorsa stagione sembrano essere diventati il leit motiv di una squadra che non riesce a ritrovarsi con unità. Sabato arriva il Modena e il Catania non potrà permettersi un altro passo falso e altre distrazioni poiché anche un pareggio equivarrebbe ad una sconfitta e chissà se mister Sannino possa cambiare il Dna di questa squadra, il 4-3-3, per far fronte al suo classico 4-4-2 di “sacchiana” memoria.
Achille Teghini