Catania. Nel giorno in cui il ministro del Lavoro Giuliano Poletti annuncia l’attivazione, nel primo bimestre 2015, di 79mila contratti a tempo indeterminato in più, rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, l’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catania (Odcec Ct) ha riunito i suoi iscritti – ma anche colleghi di altre provincie – in un seminario all’Hotel Nettuno per approfondire proprio le novità che la Legge di Stabilità, e naturalmente il Jobs Act, portano nel mercato del lavoro, sia dal punto di vista dei datori che da quello dei dipendenti. «Dopo un primo periodo di transizione da una norma all’altra, la nostra categoria è adesso nelle condizioni di sfruttare concretamente i nuovi strumenti e guidare quindi le imprese-clienti verso una vera crescita – ha affermato il presidente Odcec Sebastiano Truglio – i dati illustrati oggi dal ministro sono certamente un segnale positivo: meccanismi come l’esonero contributivo o il contratto a tutele crescenti hanno un forte appeal, ma potremo capire davvero il loro reale impatto soltanto in una prospettiva di lungo periodo. Tuttavia, l’alta percentuale dichiarata può derivare anche da una regolarizzazione rinviata di posizioni già esistenti e gestite in nero. Le misure erano annunciate, quindi è probabile che molti datori abbiano tardato la formalizzazione». Secondo un’analisi condotta dalla Commissione “Area Lavoro” dell’Odcec etneo su dati dell’Inps Sicilia: «La crescita di occupazione è più veloce e di più ampio respiro perché i nuovi strumenti sono facilmente utilizzabili, almeno a primo impatto – ha spiegato la presidente della Commissione Lorena Raspanti – Il nuovo esonero contributivo presenta un’operatività altamente facilitata nelle modalità di accesso, sebbene rimanga comunque vincolato al rispetto di leggi già consolidate in materia di sgravi, come la 92/2012. Di certo è un meccanismo che ha dato finalmente l’avvio a numerose assunzioni, la cui verifica amministrativa rimane comunque di esclusiva competenza dell’Inps». Rispetto alla vecchia legge (la nota 407) il nuovo esonero amplia la categoria dei datori di lavoro che potranno goderne: «È un aspetto positivo – continua la Raspanti – ma bisogna fare attenzione alla complessa gestione, perché in tal modo si avrà, almeno per i prossimi tre anni, una compresenza all’interno della stessa azienda di posizioni lavorative differenti, cioè stesso lavoro ma tutele e trattamenti diversi per ogni singolo lavoratore». Le prospettive sembrano essere ottimistiche, ma affinché si realizzino è necessario realizzare condizioni favorevoli su tutti i fronti: «La riforma del lavoro può avere senso solo se affiancata da una politica di investimenti pubblici e privati e dalla semplificazione del sistema – ha aggiunto il consigliere Odcec Marcello Murabito, delegato alla Commissione Lavoro – per creare nuova occupazione stabile bisogna riaprire le tante fabbriche chiuse per mancanza di commesse, convogliando verso le imprese, specie le Pmi che storicamente rappresentano lo zoccolo duro della nostra economia, risorse che per troppo tempo sono state investite altrove in attesa di tempi migliori. Anche il quadro macro economico si presenta favorevole alla ripresa, in funzione delle ultime scelte della BCE che con il QE ha innescato la svalutazione dell’euro, attirando gli investitori esteri. In tal senso, anche il contratto a tutele crescenti, che di fatto si sostituisce al tanto discusso art. 18, sembra poter consentire alle aziende di superare la diffidenza nei confronti delle assunzioni a tempo indeterminato, laddove non è più prevista la reintegra del lavoratore licenziato ma un indennizzo predeterminato e crescente in base all’anzianità». Questo e altri aspetti sono stati approfonditi dai componenti della Commissione Lavoro dell’Ordine, che ha organizzato il seminario: Matteo Sanfilippo (vicepresidente), Vito Migliaccio, Gabriella Romano, Giovanni Mottese, Paolo Currò, Enrico La Malfa. Ha concluso i lavori il direttore del Servizio XXI della Direzione Territoriale Catania Fausto Piazza.