Taormina. Ben 26 capitoli ognuno dei quali introdotti da un refrain di una nota canzone, un leitmotiv che ha segnato la vita dei cinque protagonisti (Daniele, Luciano, Remo, Sergio e Corinne) ma certamente anche, o meglio soprattutto, dell’io narrante, un “pezzetto” dell’autore in ognuno dei cinque. L’opera prima di Mario D’Agostino dal titolo significativo “Tutto il resto è memoria” è un viaggio a ritroso nel tempo. Un tempo però che non appartiene all’ordine cronologico ma alla capacità della mente e, nel caso di questo romanzo, del cuore di ricordare. D’Agostino, in questo debutto letterario, riesce in maniera del tutto “indolore” a condurci, in un oggi e un attimo prima o dopo a vent’anni prima, in un continuum di forward e backward presenti solo nella mente dei suoi personaggi. Oggi professionisti affermati, alla ricerca di successi economici e di una carriera, con legami affettivi precari, chiusi ognuno nel loro piccolo mondo; vent’anni prima, adolescenti spensierati, amici per la pelle, compagni di avventure e disavventure, il gruppo Mori Borozo . Il ritorno alla purezza, alla capacità di meravigliarsi delle piccole cose, attraverso la memoria è l’unica possibilità di recuperare l’autenticità adolescenziale, autenticità venuta a mancare o addirittura persa in un confronto quotidiano di crescita, che la vita ci impone. Mentore di questa verità, che sola Corinne conosce così bene, tanto da affermare: “Che si costruisce sulla fantasia, prende il sopravvento su tutto, creando un qualcosa di molto diverso, una nuova realtà, modificata rispetto a quella iniziale, un marchio che ti accompagnerà per tutta la vita”, lo scrittore con un filo di nostalgia si attacca a un’innocenza passata e spera che qualcosa di essa sia rimasta in noi, ormai adulti disillusi. Eppure dovremmo essere il frutto del nostro passato, della nostra storia e l’autore stesso ci mostra la via per non dimenticarlo, la memoria, e la sua è la memoria collettiva quella condivisa con i suoi amici. Ed è Corinne dallo sguardo limpido e disarmante, divenuta una nota artista, il fulcro di tutto, sarà lei a creare la possibilità dopo vent’anni di rincontrarsi a Chieri – che in certi passaggi ci ricorda molto Taormina e in altri diventa metafora di un qualsiasi paese italiano – è lei che capirà come la vita li ha cambiati e, in un finale a dir poco inquietante, a perdonare in nome di un’antica amicizia Scritto in uno stile avvincente, “Tutto il resto è memoria” si avvale di un’attenta postfazione a cura di Milena Romeo, di una copertina che riproduce un olio su tela “Mare in burrasca” (come la nostra vita) di Francesco Loiacono e di una casa editrice (Armando Siciliano Editore) “che aiuta il Meridione a esprimersi”.
Milena Privitera