Taormina. “Fai agli altri cio’ che vorresti fosse fatto a te: con questa frase, scritta a mano sul retro di una foto ricordo del 1982, ti congedavi da noi, piccoli scolari di una classe quinta elementare e ultimi alunni a conclusione della tua lunga carriera trascorsa tra i banchi di scuola. Nei primi anni eravamo dei quaderni ancora da scrivere, piccoli bimbetti che vedevano in mamma e papà gli unici punti di riferimento. E nei cinque anni trascorsi insieme a scuola, abbiamo così tanti ricordi che ritornano nella mente e nel cuore, spesso all’improvviso, che ci fanno comprendere quanto siamo stati fortunati ad averti avuta come nostra maestra. Passavamo con te tanto tempo in quegli anni, eri diventata la nostra seconda mamma. La scuola elementare di allora non è quella di oggi. C’era un’unica maestra. Tu ci hai insegnato Storia, Geografia, Italiano, Aritmetica, un po’ di Francese, e anche Musica Au clair de la Lune, Mon ami Pierrot. Ci hai insegnato anche tanti lavoretti manuali (il punto a croce, l’utilizzo del Das, il riciclo dei barattoli). Con i nostri grembiulini neri, col fiocco colorato che veniva cambiato ogni anno, facevamo lavori e ricerche di gruppo senza usare internet o telefonini. Non esistevano. Avevamo solo i libri di scuola e le enciclopedie a casa. Ci hai insegnato a vivere insieme agli altri, a rispettare gli altri, a divertirci senza fare agli altri ciò che non volevamo fosse fatto a noi”.
“Ricordiamo un tema che scrisse un nostro compagno, in cui egli raccontava di tornare a casa e di raccogliere un fiore al giardino pubblico per la sua mamma. Lo correggesti, scrivesti i nomi di alcuni fiori che c’erano davvero, e aggiungesti che tra zagare e ciclamini, è un miscuglio di colori e profumi, ma i fiori non si raccolgono, si lasciano per tutti. Ecco, tu, maestra, eri così ci correggevi nella scuola, ma anche un po’ nella vita. A volte eri severa, ce lo ricordiamo. Con qualcuno che non studiava, con qualcuno che non si sapeva comportare in mezzo agli altri, con qualcuno che non voleva venirci, a scuola. Ma quello dell’insegnante è un lavoro speciale, fatto di passioni, ma è anche un lavoro difficile, soprattutto per la responsabilità morale verso le nuove generazioni. E forse oggi, per alcune scelte didattiche, ti avrebbero pure criticata. Eppure i tuoi metodi con noi hanno funzionato piuttosto bene. I nostri ricordi, come compagni di classe, sono tanti. L’ultimo ricordo è quello di un tuo recente compleanno. Ci siamo organizzati e siamo venuti a trovarti a casa tua. Eri così felice di rivederci. Oggi siamo adulti, impegnati con il lavoro, qualcuno vicino, qualcuno lontano, ma quello della scuola elementare è un periodo che noi porteremo sempre nel cuore ed è un ricordo prezioso che ci lega gli uni agli altri nonostante le distanze. Tra di noi oggi c’è una grande tristezza nel non poterti più riabbracciare, ma c’è anche la gioia di immaginarti in quel paradiso, di cui ci hai sempre parlato, dove sicuramente adesso sei. Grazie, cara maestra, per tutto quello che ci hai donato”.
Antonio Gullotta e Maria Intelisano, in rappresentanza della classe Quinta C elementare di Taormina, anno scolastico 1981/82.